False credenze

La falsa credenza della Pasqua festa pagana della dea Ishtar e della dea Estre

Una leggenda metropolitana di fonte insospettabile, che dimostra come anche i “razionialisti e scettici” possono prendere cantonate così grosse da richiedere fact checking (e spesso, prendersela coi debunker per essere stati colti in fallo al pari dei loro nemici “superstiziosi”…) è la falsa credenza della Pasqua festa pagana della dea Ishtar e della dea Estre.

Storia inizialmente diffusa da ambienti ultraprotestanti e conservatori ottocenteschi, in tempi recenti è stata abbracciata da un portale di fan del biologo, saggista e volto dell’ateismo e dello scetticismo moderno Richard Dawkins, post rimosso ma non nelle citazioni dello stesso.

Che, facendolo, hanno dimostrato una mancanza di spirito critico, metodo scientifico razionalismo superiore a quella dei cristiani che si prefiggevano di combattere strappando loro la Pasqua.

La falsa credenza della Pasqua festa pagana della dea Ishtar e della dea Estre

A pensarci l’argomento alla base della bizzarra teoria “razionalista” è poco più che un “falso amico” linguistico. In Inglese Pasqua si dice “Easter”, e Easter suona grossomodo come “Ishtar”, la dea Babilonese del sesso e della guerra (diciamo che si teneva assai impegnata).

C’è un solo problema: Pasqua è la traduzione di Pessach, la festività ebraica che ricorda la liberazione del popolo Ebreo dalla schiavitù in Egitto per mano di Dio e Mosé ed il cui nome è passato nel Cristianesimo ad indicare la morte e resurrezione di Gesù Cristo che quindi ha liberato l’essere umano dalla schiavitù del peccato per dargli accesso alla redenzione.

Non riesco a pensare ad una cosa meno “razionalista” che credere che gli autori del Libro dell’Esodo avessero pensato già a tradurre il proprio testo in Inglese, portandosi avanti con gli editori.

Nel momento in cui il Cristianesimo comincia a diffondersi anche nei paesi anglossassoni, la Pasqua viene divulgata ai popoli di Bretagna, Inghilterra, Irlanda e dintorni.

Immagine di San Beda il Venerabile

San Beda il Venerabile, Padre della storia dell’Inghilterra vissuto tra il settimo e l’ottavo secolo dopo Cristo, scrive che i popoli anglosassoni hanno cominciato a chiamare la Pasqua Easter, giustificandolo col fatto che, “nei tempi antichi i popoli Inglesi chiamavano il mese di Aprile Easturmonath”, termine che secondo lui indica “il mese della dea Estre”.

Quindi se Aprile era il “Mese Pasquale”, il mese Pasquale era diventato “Easturmonath, il mese di Estre”, per poi diventare semplicemente il “Mese di Eaestur” per poi diventare Easter.

Va detto che della dea Estre in fondo non sappiamo assolutamente niente, tranne che la stessa era “la dea di Aprile”.

Fine: troppo poco per ipotizzare che Pasqua sia la festa di Estre, assolutamente non abbastanza per il volo di fantasia che porta Ishtar a diventare Estre, cosa che avrebbe postulato gli antichi Babilonesi essere a conoscenza degli Anglosassoni del futuro, delle festività Pasquali e degli scritti di San Beda.

Volo ancora più pindarico considerando che non abbiamo idea di come si pronunciassero esattamente “Ishtar” o “Inanna”, ma stiamo ricostruendo una lingua antica.

Ricostruzione che non può passare da “la pronunceremo all’Inglese”.

E la dea Ishtar?

Torniamo ora alla dea Ishtar nella bizzarra teoria veteroProtestante “rinfrescata” dai razionalisti “seguaci” di Dawkins. I quali ritengono che “ovviamente” (e qui si perdoni il sarcasmo) l’uovo e il coniglio non possono essere simboli di resurrezione, ma devono essere simboli del sesso (quando si dice “avere il chiodo fisso”), che Ishtar è tradizionalmente legata al coniglio in quanto animale dalla attiva vita sessuale ed all’uovo in quanto qualcosa che rimanda al sesso ed in quanto ella stessa sarebbe nata dalle uova, quindi per motivi come visto assolutamente ignoti, nella “Pasqua Pagana” i popoli angolosassoni e nordici adoravano una dea Mediorientale del sesso mangiando uova in suo onore e probabilmente il Coniglietto Pasquale era la dea Babilonese Ishtar vestita da Dea Anglosassone Estre vestita da Coniglietta di Playboy.

In realtà anche la connotazione sessuale della coniglietta è venuta dopo: non è un caso aver citato Playboy perché è una idea del magnate e fondatore della rivista Hugh Hefner, che aveva descritto le cameriere dei suoi locali, e poi modelle e quindi la donna ideale come

“Giovane, bella, sempre sorridente, non ha bisogno di lingerie costosa […] Timida come una coniglietta, sempre giocosa e in movimento perché le donne dall’aria misteriosa hanno qualcosa da nascondere e le ragazze di Playboy invece sono faccine pulite, trasparenti, adorabili e sincere che non hanno niente da nascondere”.

L’iconografia della coniglietta sexy tradizionale è, di fatto, quanto di più lontano possa esistere da una “dea del sesso” e le conigliette di Playboy hanno un’estetica moderna generata per trasudare la maggior innocenza possibile.

Inoltre i fan di Dawkins hanno sbagliato dea: il Bassorilievo Burney usato nel meme da loro usato per diffondere la falsa credenza secondo gli studi più moderni non raffigura la dea del sesso Ishtar, ma sua sorella maggiore Ereskigal la dea della morte.

Conigliette di Playboy – Di Toglenn – This photograph was taken by Glenn Francis (User:Toglenn) and released under the license(s) stated below. You are free to use it as long as you credit me and follow the terms of the license.Attribution :  © Glenn Francis, www.PacificProDigital.com(Email: glennfrancispacificprodigital.com), CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=15902088

Le due sorelle nel mito vivono un rapporto di rivalità: Ishtar presiede sulla vita, Ereskigal sulla morte, e quindi tendono ad avere rapporti alquanto incivili, e se potrebbe avere senso (anche se come abbiamo visto, di senso ce ne è poco) identificare Ishtar con la resurrezione come opposizone alla morte identificare la Pasqua con Ereskigal non ha senso.

Ishtar/Inanna ed Ereskigal sono infatti protagoniste di un mito che ricorda una versione “genderbent” del mito di Demetra ed Ade, dove Ereskigal trattiene il cognato nei mesi invernali e lo resistuisce alla sorella nei mesi estivi e primaverili, giustificando lo scorrere delle stagioni con due sorelle che tendono a dividersi lo stesso uomo.

Oltretutto, il meme si poggia sull’identificazione uova e conigli che si basa sullo schema cromatico: ma il Rilievo Burney era integralmente rosso e dorato.

Ricostruzione del Bassorilievo Burney – British Museum, CC BY-SA 2.0 FR <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0/fr/deed.en>, via Wikimedia Commons

Inoltre anche l’associazione tra Ishtar, uova e conigli è assai tenue: i preponenti di questa teoria dichiarano che siccome Ishtar era una dea del sesso (ma come abbiamo visto non solo: il passaggio ad una cultura patriarcale ha fatto in modo che altri aspetti come dea della Guerra e dell’Agricoltura fossero assegnati ad altri), allora Ishtar è sincretica con Afrodite, Afrodite è legata ai conigli e le uova, e quindi Ishtar è la Dea Coniglietta di Playboy delle Uova di Pasqua.

Ovviamente un falso grossolano ma atroce allo stesso tempo.

Non vi è traccia di identificazione di Afrodite con i conigli (come si è visto, la “coniglietta come creatura sessuale” è apparsa solo in tempi moderni) e Afrodite è nata dalla Spuma del Mare e uno dei testicoli del Dio Urano gettati in mare dal Dio Crono.

A meno che di voler postulare che le Uova di Pasqua siano i testicoli di Urano, dio noto per avere i testicoli bolliti e/o di cioccolata, l’identificazione uova-coniglio-Ishtar ha meno senso di un incubo da indigestione pasquale.

E allora il coniglio?

Il coniglietto Pasquale appare in Pennsylvania nei racconti di immigrati tedeschi del XVIII secolo, come una giocosa creatura (motivo per cui Hugh Hefner associò in seguito una donna giovane, bella, innocente e sempre allegra alla coniglietta) pronta a nascondere uova colorate per divertire i bravi bambini.

Nel trattato De Ovis Paschalibus, scritto da Georg Franck von Franckenau, era stato infatti codificato il “mito del coniglio pasquale”, apparso quindi nel XVIImo secolo e non ai tempi di Ishtar, vincitore su altri animali pasquali donatori di uova e piccoli dolci come la “Cicogna Pasquale” e oggetti come le fontane pasquali.

Uova Pasquali

A loro volta le uova erano note come simbolo di nascita, e quindi di rinascita, e come una ghiottoneria che dopo le ristrettezze e i digiuni di Quaresima era nuovamente consentito mangiare.

Nel 1800 furono introdotte le Uova di Cioccolato, e in tempi ancora più moderni fu potenziato l’aspetto ludico degli stessi creando il concetto dell’Uovo di Pasqua (e tutto l’anno gli ovetti Kinder) con una graziosa sorpresina.

Consumismo? Certo.

Dea del sesso e Pasqua pagana coi cristiani che adorano una satanica del sesso credendo di adorare Dio?

Dovremmo rimandare a settembre tutti i “fan di Richard Dawkins” che hanno ridiffuso questa falsa credenza.

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