Ci segnalano i nostri contatti un pasticcio sul resoconto dell’alluvione in Spagna: il pasticcio dei morti nel parcheggio a Valencia. Una testata, l’Eco di Bergamo, giustamente fa notare come l’assenza di fact checking locale abbia scatenato una catena di eventi che ha reso virale la bufala ma meno la smentita.
Smentita che è arrivata, come ricorda l’ANSA. Ma intanto il danno è stato fatto.
Succede che ogni tragedia viene presa d’assalto da complottisti, picchiatelli vari ma anche personaggi inclini a fare politica. E se da un lato abbiamo gente che vagheggia di “misteriose navi di HAARP” inviate dai malvagi “Poteri Forti” per dominare il clima e sterminare la popolazione mondiale in un tripudio di alluvioni, scie chimiche magnetiche e scie chimiche ricolme di vaccini, dall’altro lato abbiamo opposizioni politiche pronte a cavalcare ogni tragedia per intestarsi soluzioni che neppure hanno trovato, e che non avrebbero ragione di esistere.
“Piove, Governo Ladro”, elevato quindi a forma d’arte e dibattito politico.
La catena di eventi è quanto segue: l’Unità militare Emergenze (UME – equivalente della nostra Protezione Civile in questo caso), ricorda l’Eco, viene inviata sul posto. Un sommozzatore esclama «quel parcheggio è un cimitero»: intendeva ovviamente che ove vi fossero state vittime, in un parcheggio interrato i soccorsi sono materia estremamente perigliosa se non impossibile.
Ora, ovviamente la stampa era sul posto: come abbiamo sempre detto, bisognerebbe prediligere lo slow journalism.
Non è la prima volta che ci segnalano qualcosa e dobbiamo dichiarare che il nemico è nella fretta: buona prassi avrebbe voluto tenere il pezzo “congelato” oppure uscire con un dubitativo. Abbiamo recentemente pubblicato una guida in traduzione che spiega come anche i giornalisti avrebbero, e dovrebbero, usare strumenti per il fact checking.
Dare prima la notizia che il mondo è in attesa di scoprire cosa accadrà e solo dopo precisare.
Si è però deciso di uscire prima col pezzo, e poi dare la lieta novella, nonostante
il direttore della Polizia nazionale spagnola, Francisco Pardo, aveva definito una “fake news” la voce secondo cui in quel parking ci fossero “molti cadaveri”.
Ma intanto, ormai il danno è fatto.
Dove eravamo noi oltre confine? Semplicemente, nessuno ci ha segnalato la cosa, e quando è stato fatto, ANSA aveva giustamente fatto il suo lavoro.
Dal 2010 Claudio Michelizza dice alla gente di non fidarsi ciecamente di bufale.net, ma di controllare ogni singola parola che abbiamo scritto…o meglio le parole esatte sono state “dovete farci pelo e contropelo”.
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