La divisione tra Berlino Est ed Ovest è ancora visibile nell’illuminazione, e non nel modo che pensate. Ma sì, è visibile e lo sarà finché non sarà rinnovato il parco dell’illuminazione pubblica.
Non sono infatti le luci nelle case a fare la differenza, ma quelle delle strade. E la divisione non è tra un Est arretrato ed un Ovest tecnologico, ma tra un Est brutalmente iconoclasta e teso a calpestare anche le ultime vestigia della storia ed un Ovest che la storia della tecnologia e dell’illuminazione la ricorda ancora oggi.
Berlino Ovest ha infatti conservato in lunga parte le amate lampade a gas, prodotte in diversi modelli senza soluzione di continuità usciti dal 1892 al 2000, con una stragrande abbondanza del modello a stelo in uso dal 1920 e rinnovato col modello BAMAG U7 del 1950 nel dopoguerra.
Infatti a seguito della devastazione di Berlino dovuta al secondo conflitto mondiale, le due parti della città scelsero due soluzioni completamente diverse.
Berlino Ovest, sotto controllo Alleato, riportò con le BAMAG U7 l’illuminazione tradizionale a gas per due motivi, di cui uno suona straordinariamente moderno: il rispetto della storia architettonica del paese e un tentativo di evitare di dover dipendere da una sola fonte energetica, specie con lo scomodo vicino di casa sovietico oltre il muro.
Berlino Est invece colse l’occasione di spazzare via ogni reliquia del passato, anche architettonico, sostituendo quelle lampade iconiche con austere luci elettriche, prediligendo la funzione alla storia ed alla forma.
Oltre alle BAMAG U7 in ghisa e cemento furono affiancate sempre negli anni ’50 dalle BAMAG U13H, dalla più moderna forma “a frusta” ma sempre contenenti tante piccole luci a gas in linea e recentemente (2000) lampade a fungo vagamente reminescenti le BAMAG U7.
Nel 2011, complice però la battaglia agli sprechi e al riscaldamento climatico, l’amministrazione di Berlino ha cominciato ad applicare una soluzione pronta a salvare la capra del progresso coi cavoli del passato: modificare le lampade per usare LED a perfetta imitazione delle luci a gas, per lo stesso motivo per cui per uso domestico sono disponibili lampadine a LED trasparenti con piccoli led montati a imitazione dei filamenti a incandescenza, salvando così forma e funzione.
Se chiedi a Bertold Kujath, fondatore Gaslicht-Kultur e.V., portale dal quale abbiamo tratto il censimento delle lampade, le lampade a gas hanno una grande importanza storica e iconica, come le gondole di Venezia, i tram di San Francisco e altre tracce della storia.
Altri giornalisti sono stati meno gentili: la stampa locale ha definito le lampade risparmiate dalla conversione per ragioni storiche come “spreco di energia”, specialmente alla luce delle vicissitudini del gas.
Alla fine la conversione LED delle lampade, per ragioni di ambientalismo o come semplice necessità per combattere l’usura e mantenere operativi lampioni oltre la loro vita prevista appianerà quella divergenza dallo spazio, ma non cancellerà la storia.
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