La sentenza che arriva direttamente dalla Corte Suprema USA in America cambia sicuramente le carte in tavola sull’aborto in America, questo è fuori discussione, ma non si tratta di un vero e proprio divieto. Questo è un presupposto importante dal quale partire, perché in tanti stanno interpretando male le notizie provenienti dagli States, con relativi dubbi anche sugli scenari che si potrebbero configurare in Italia. Del resto, anche qui da noi spesso si discute sull’argomento in tv, come abbiamo avuto modo di osservare in passato con altri articoli.
Dunque, ogni discorso odierne deve partire dal presupposto che la Corte Suprema non abbia vietato l’aborto in America. Fondamentalmente, cosa succede a partire da oggi negli Stati Uniti? La sentenza, a conti fatti, grazie al supporto di forze conservatrici ha messo la parola fine al diritto all’aborto con una sentenza che distrugge mezzo secolo di norme costituzionali a favore di coloro che sono a favore della piena autonomia decisionale sotto questo punto di vista. Arrivano conferme anche in questi minuti.
Di sicuro, la notizia di oggi 24 giugno solleva ed “incendia” una delle questioni più controverse e aspramente combattute nella vita politica americana. Il sentore c’era e ne abbiamo parlato anche a noi a suo tempo. A conti fatti, viene ribaltata la storica decisione “Roe v Wade” del 1973 che sanciva il diritto di una donna all’aborto. Cosa succede adesso? Abbiamo precisato da subito che la Corte Suprema USA non vieti l’aborto, ma più semplicemente ora delega i singoli Stati, i quali potranno a questo punto consentire o limitare la procedura da soli.
Le implicazioni sono di facile comprensione. Alcuni Stati sicuramente renderanno la pratica complicatissima, altri non modificheranno nulla. Dunque, si viaggerà di più per recarsi lì dove l’aborto sarà consentito, al netto della sentenza della Corte Suprema USA. In Italia non cambia nulla, visto che l’aborto è consentito ed è gratuito. Chi preferisce strutture private, invece, paga tra i 2.000 e i 3.000 euro.
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