Ci segnalano i nostri contatti un post Facebook che, criticando una copertina di Vogue con Imane Khelif, perpetua con un linguaggio volutamente eristico e complottista la falsa narrazione di Imane Khelif “uomo trans” mandato alle “Olimpiadi woke” a colpire le donne.
Si tratta come abbiamo più volte visto di una narrazione falsa e sviata, per la quale l’interessata ha dato mandato legale per tutelarsi, posta come premessa ad un omaggio creato con l’Intelligenza Artificiale.
L’immagine originale, che il tool Maybe’s AI Art Detector descrive come artificiale al 95% è infatti una creazione artistica dell’illustratore francese Cheih Boumsserseb, ritrattta in abiti tradizionali e un filo (forse abbondante) di trucco all’occidentale sulla base del concetto emerso in alcuni dei commenti dei favorevoli all’opera “ma voi non potete sapere se nel privato lo fa”. Ovvero, sulla base della personale sensibilità artistica dell’illustratore, come tale non sindacabile.
L’arte è arte e l’arte non si discute. Quello che possiamo discutere è la fake news veicolata dal post Facebook, che nell’invocare la chiusura dei finanziamenti (ammesso che siano mai esistiti) a Vogue reitera nuovamente le accuse ad Imane Khelif e al CIO di essere un uomo autorizzato a picchiare le donne, accusa tutti i coinvolti di satanismo (cosa, come abbiamo visto recentemente, assai comune nel mondo del complottismo e che hanno colpito più volte le Olimpiadi) e descrive una immaginaria “psyop”.
Termine questo usato in modo assai improprio dai complottisti per descrivere operazioni massiccie di “lavaggio del cervello” ma che in realtà si applica alla diffusione massiccia di fake news per manipolare l’opinione pubblica.
Esattamente quello che accade coi vari canali Telegram del complottismo (non a caso, “Telegram” compare come fonte della “notizia”) e delle Operazioni Overload e Doppelganger ed esattamente quello che è successo ad Imane Khelf, falsamente accusata di essere “uomo trans” con una grottesca serie di fake news, nata da una polemica strumentalmente e politicamente orientata da una associazione pugilistica vicina al Cremlino e screditata per questioni di governance a tal punto che i pugili che ne dovessero fare parte si troverebbero esclusi dai prossimi giochi olimpici a tavolino.
Infine, esistono molte edizioni della rivista, ma non esiste alcuna “Edizione Algeria”, termine usato da Boumsserseb per “firmare” l’omaggio artistico all’atleta ed alla sua nazione.
La copertina di Vogue con Imane Khelif è un omaggio dell’illustratore francese Cheih Boumsserse, composto in base alla sua personale sensibilità artistica senza alcun collegamento con la campionessa oro olimpico di Pugilato e la testata.
La didascalia che descrive tale cover come una “psyop” per nascondere il fatto che Imane Khelif è un “pugile uomo” fa parte di una lunga serie di fake news e false narrazioni create a tavolino per colpire le Olimpiadi e i suoi simboli, come la campionessa di pugilato.
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