Un meme molto caro ai mendicanti del web sta facendo riscoprire il piacere della filosofia ai condivisori compulsivi che, a questo giro, trovano in Platone il megafono della loro indinniazione e della loro insofferenza, scoprendo una voce autorevole che dia un senso alla loro linea di pensiero. Lo scopriamo dalle segnalazioni, tra le quali emerge un meme che mostra il filosofo accompagnato da una didascalia:
Platone fa riferimento a “chiunque capiti in casa”, sostenendo che se gli viene permesso tutto per questione di “stessi diritti” e se questo viene tollerato dai capi allora muore la democrazia.
Si tratta, anche questa volta, di un’immagine con scritta sovrimpressa (leggi la nostra guida) priva di fonti. Tuttavia il sito Livenet.it ha fatto un eccellente lavoro di debunking il 9 agosto 2017 su una vecchia versione del meme. Nella vecchia versione, il meme conteneva un riferimento al Libro VIII de La Repubblica di Platone, opera scritta tra il 390 e il 360 a.C. e strutturata come dialogo.
Livenet.it fa notare che di quella frase non v’è traccia alcuna, ma specifica che esiste un dialogo in parte simile alla citazione tanto popolare sui social di cui ne riporta un frammento, quello che più si avvicina al contenuto creato dal viralizzatore. Lo troviamo anche su Digilander.libero.it, a pagina 105 (purtroppo Livenet non fornisce link) e lo mettiamo a confronto con una traduzione presente su Google Libri, curata da Michelangelo Bonotto, a pagina 292.
Pur essendo vagamente somigliante, il dialogo non ha alcuna attinenza con il meme proposto dal viralizzatore e condiviso compulsivamente. Soprattutto si avvicina non poco a una traduzione faziosa ed estrapolata dal contesto. In parole povere: non sono parole di Platone.
Nel proseguire la ricerca, Livenet si trova di fronte al nome del giornalista Indro Montanelli. Nel 1999, infatti, Indro Montanelli pubblicò il libro La stecca nel coro con Rizzoli e al suo interno, alcuni brani, erano libere interpretazioni de La Repubblica di Platone. Troviamo due estratti sul Corriere della sera.
In un articolo del 12 settembre 2001 troviamo il discorso sul cittadino che accetta che chiunque gli capiti in casa abbia gli stessi diritti, sui capi che tollerano per guadagnare voti e consensi e sulla libertà che divora e corrompe ogni regola e ordine:
In un secondo articolo pubblicato il 27 gennaio 2002, infine, troviamo il concetto della democrazia che “muore nel ridicolo prima che nel sangue”:
Il viralizzatore attribuisce a Platone alcuni brani provenienti dal libro La stecca nel coro di Indro Montanelli, che conteneva una libera interpretazione del libro VIII de La Repubblica del filosofo greco. Per questo parliamo di bufala e disinformazione: “bufala” perché le parole riportate nel meme non sono di Platone e insistere nell’attribuirgliele è oltraggio sia al filosofo che a Indro Montanelli, privato della sua proprietà intellettuale nel nome della disinformazione.
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