La Caritas vuole assumere 3mila migranti al posto dei lavoratori italiani, ma Salvini blocca tutto: ritirati i fondi

FeniceNews24 non racconta: distorce. Ciò che riporta in un tema in classe pubblicato il 4 ottobre 2018 è un classico esempio di disinformazione perpetrata prendendo la notizia dei fondi Fami (approfondiremo nelle prossime righe), del Servizio Civile Nazionale e del progetto Integr-Azione e del dissenso manifestato dalla Caritas della diocesi Bari-Bitonto nei confronti di una decisione del Viminale. Nel loro mal-operare l’informazione, parlano già nel titolo di 3000 migranti prossimi all’assunzione al posto degli italiani, con Salvini che ferma tutto e impedisce ai fondi di essere utilizzati.

Il Progetto “Integr-Azione”

Il progetto Integr-Azione era stato varato durante il precedente Governo, e consisteva in un fondo Fami (Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione) per il 2014/2020 con 18 milioni di euro stanziati dall’Europa e destinati a circa 3000 giovani titolari dello status di rifugiato, della protezione sussidiaria o umanitaria. I 18 milioni di euro sarebbero stati aggiuntivi al fondo per il Servizio Civile Nazionale e avrebbe consentito ai beneficiare di lavorare in contemporanea ai coetanei italiani. Possiamo già notare, quindi, che non si sarebbe trattato di migranti impiegati al posto degli italiani, bensì entrambe le realtà avrebbero avuto accesso al servizio.

Lo stanziamento avrebbe previsto l’impiego complessivo di circa 3000 ragazzi – ecco i 3000 utilizzati da FeniceNews24 per fare acchiappaclick – e nell’anno precedente si prevedeva l’inserimento delle prime 192 persone.

I fondi Fami “bloccati” dal Viminale

Avvenire scrive che il 2 ottobre si è tenuta la riunione della Consulta degli enti di Servizio Civile, alla quale era presente il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Vincenzo Spadafora, con delega in materia. Gli enti hanno chiesto se fosse possibile reimpiegare i fondi Fami rimasti inutilizzati, scoprendo così che quei fondi sono stati ritirati. Per il momento questo taglio non conosce motivazione e l’onorevole Giuditta Pini, deputata del Partito Democratico, ha presentato un’interrogazione annunciata anche sulla sua pagina Facebook.

Vincenzo Spadafora / Facebook

La risposta di Spadafora

Vincenzo Spadafora, infine, ha risposto personalmente ai dubbi sollevati dalla riunione con una nota pubblicata il 20 novembre sul sito istituzionale del Servizio Civile. Spadafora spiega che il Ministero dell’Interno è l’autorità responsabile del programma, mentre il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali è delegata alla gestione e all’attuazione degli interventi.

Inizialmente – scrive Spadafora – sulla base di un Accordo stipulato tra i due Ministeri e il Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale, la copertura coi fondi Fami interessava 3000 posti da volontario nel 2018. Tuttavia, gli enti avevano presentato progetti per sole 190 persone, dunque era stato necessario riformulare la proposta riducendo a 1.700.000 euro i fondi necessari alla copertura. Infine – conclude Spadafora – gli Accordi prevedevano risorse Fami solo per il 2018 e non è stato possibile, dunque, riservare il fondo Fami per i progetti del 2019.

In poche parole: l’impiego dei fondi europei per il 2019 non era previsto dagli Accordi, che invece davano copertura ai progetti del 2018.

Perché parliamo di “disinformazione”?

Il dissenso manifestato dalla Caritas di Bari-Bitonto, reso pubblico sul sito ufficiale e riportato da Repubblica ha avuto una certa eco anche presso altre figure politiche, come nel caso del segretario del PD pontino Claudio Moascardelli e Luigi Bobba, sottosegretario al Lavoro con delega al Servizio Civile alla nascita del progetto Integr-Azione.

Parliamo di disinformazione, quindi, perché FeniceNews24 semplifica a favore del pubblico una notizia più articolata: 3000 migranti non avrebbero sostituito i lavoratori italiani, ma li avrebbero affiancati durante il Servizio Civile e grazie ai fondi Fami, stanziati dall’Unione Europea e dunque non a carico dei contribuenti italiani. A voler assumere i 3000 migranti, infine, non sarebbe stata la Caritas di Bari-Bitonto: 3000 era il numero iniziale dei titolari di protezione umanitaria, sussidiaria e status di rifiugiato che i fondi Fami avrebbero coperto per il loro accesso al Servizio Civile Nazionale con il progetto Integr-Azione.

 

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