Approfondimento

La campagna vaccinale causa le varianti? Vincere le paure con la scienza

La campagna vaccinale causa le varianti? Questa la domanda che riciccia fuori nella cronaca di tanto in tanto. Domanda che non ha una risposta binaria, o meglio la avrebbe anche, ma richiede quel genere di lunghe spiegazioni che chi vive pericolosamente un messaggino alla volta rifiuta.

Nature ci ha messo sei colonne per discutere dell’argomento, il dottor Burioni una lunga serie di messaggi.

Proviamo a spiegare il tutto con una “sfumatura più ignorante”, come diceva Homer Simpson chiedendo spiegazioni sempre più semplificate, fino al limite del grottesco, al suo medico curante.

Lo scopo finale di un virus

Una lettura disinformata della cronaca, fomentata dal complottismo da due soldi cui la comunità novax ci ha abituato, vede il virus come un organismo il cui scopo è, banalmente, ucciderci tutti.

Un po’ come in “L’Ombra dello Scorpione” di King o altri film e libri apocalittici, si immagina il virus come un’entità il cui unico scopo nella sua esistenza è ammazzare il maggior numero di persone, magari perché agli ordini del Soros di turno.

Niente di più sbagliato: tutto quello che è in grado di riprodursi soggiace allo stesso imperativo biologico. Sopravvivere.

Noi esseri umani siamo costruiti per sopravvivere, come specie. Ci accoppiamo, chi più chi meno e produciamo figli che ereditano le caratteristiche dei loro genitori. Li alleviamo cercando di renderli migliori di noi, di far progredire la nostra specie e assicurarci la nostra sopravvivenza.

Gettiamo una luce accesa nella buia incognita del futuro, in una staffetta che dura da milioni di anni.

È esattamente quello che fa ogni organismo, è esattamente quello che fanno i virus.

I virus non hanno organi riproduttivi: come abbiamo avuto modo di vedere, e come insegna “Siamo fatti così” per i meno colti, un virus usa le cellule dei viventi.

“Siamo fatti così” descrive il tutto con delle metafore

Un virus intento a parassitare le cellule del corpo umano

Il virus viene mostrato come un antipatico vermetto con la faccia da bullo (letteralmente: ha la faccia di uno dei due bulli, Nabot e Tignoso, nemici dei protagonisti umani. L’altro presta il volto ai batteri) in grado di aprirsi le viscere ed estrarre dei buffi ometti seduti su un nastro, il suo codice genetico.

Il Genoma secondo Esplorando il Corpo Umano

Compiuta questa operazione, si mette alla ricerca delle cellule, descritte come fabbriche dove omini più grandi assemblano gli ometti e il nastro per creare nuove cellule.

Il virus a questo punto assale e percuote l’ometto/lavoratore, prende possesso della fabbrica e inizia a produrre a getto continuo altri virus che assalgono altre cellule.

La morte dell’organismo è uno sgradito effetto collaterale che il virus gradisce ben poco. Lo scopo del virus è avere il maggior numero “di fabbriche” pronte per riprodursi.

Il virus gioca una partita a Warcraft coi nostri corpi come basi: se tutti coloro che contraggono una malattia morissero in tempi brevi, il virus perderebbe di colpo tutti gli “accampamenti”, la sua facoltà riproduttiva e la partita.

Game over.

Come nascono le varianti

Gli esseri umani, e gli animali che si riproducono in modo sessuato, rimescolano il loro DNA ad ogni accoppiamento.

Un uomo e una donna possono avere più figli tutti diversi. Alcuni con caratteristiche che gli daranno “una marcia in più”, altri con carte più sfavorevoli, o un mix di entrambe.

Pensate al film “I Gemelli” con Danny De Vito e Schwarzenegger, dove un esperimento poco etico per inseminare una donna col DNA di famosi atleti e scienziati genera il personaggio di Schwarzenegger, bellissimo, fortissimo, intelligentissimo ma ingenuo e bonaccione e suo fratello Danny De Vito.

Il quale è invece bassino, tracagnotto e bruttarello, poco versato negli studi ma astuto come una faina, carismatico e dall’istinto sviluppatissimo per trovare la soluzione più immediata ai problemi della vita.

La riproduzione sessuata fa in modo che gli organismi evolvano più facilmente, ma anche i virus possono farlo.

Replicandosi immondamente, ci sono degli errori. Gli “omini schiavizzati” nella fabbrica possono sbagliarsi ad assemblare gli ometti-mattoncini che il virus li costringe a montare.

Alcuni di questi sbagli risultano in errori sgraditi. Il virus-copia è più debole, pigro, svogliato, incapace di riprodursi. Oppure è troppo letale, distrugge tutte le fabbriche che dovrebbero replicarlo e la sua stirpe finisce lì.

A volte può capitare che la mutazione sia fortuita. Per il virus intendiamo: è il caso di varianti come la Delta: il virus “sbagliato” è in realtà migliore dell’originale nel suo scopo primario.

Riesce a invadere molte più fabbriche, molto più velocemente ed è più facile da replicarsi.

Se stesse giocando a Warcraft, avrebbe avuto un “buff” e non un “nerf”: basi migliori, che producono più soldati-copia, i quali possono costruire e invadere nuove basi ad una velocità maggiore senza danneggiarle.

Siamo arrivati ad un punto della vicenda: le varianti nascono perché il virus si replica in grandissime quantità.

L’optimum per un virus sarebbe essere in grado di “bucare” le difese immunitarie che gli fanno resistenza e reinfettare più volte la stessa persona, usando le sue “fabbriche” a tempo potenzialmente indeterminato.

Ma ci sono virus che, semplicemente, si accontentano di diffondersi nella popolazione. Ad esempio il morbillo: siccome la razza umana continuerà ad esistere, ci saranno sempre bambini da infettare.

Arriva il vaccino. La campagna vaccinale causa le varianti?

Potremmo quindi pensare che in un ipotetico mondo in cui la vaccinazione è diffusa i virus “ostacolati” dalla stessa diventino incapaci di riprodursi e i virus resistenti si diffondano.

Potrebbe accadere, ma questo discorso impatta col meccanismo stesso della variante: i virus mutano perché possono riprodursi. Se gli impedisci di riprodursi, impedisci che ci siano quegli errori che generano le varianti.

Una campagna vaccinale diffusa crea un enorme ostacolo alla riproduzione del virus, che il virus potrebbe cercare di superare se gli capitasse la fortuna di avere una variante favorevole.

Cosa che, sappiamo non gli è mai del tutto riuscita: la variante Delta ha maggior forza su chi non ha completato il ciclo vaccinale, ma il ciclo vaccinale completo le resiste, “sbarrando” l’accesso a quelle preziose fabbriche.

Ogni volta che il virus riesce a impossessarsi di una di quelle “fabbriche” nel corpo, ecco che può tirare un dado e provare a migliorare le sue statistiche, come un consumato giocatore di ruolo.

Ma se non riesce ad arrivarvi, oppure se una forma lieve della malattia guarisce rapidamente e senza che il soggetto entri a contatto con altri, quel tiro non potrà mai farlo.

Se in teoria un virus potrebbe superare l’ostacolo della vaccinazione, dall’altro è proprio la presenza di vaste sacche di popolazione non vaccinate che gli consente di avere a disposizione infiniti “tiri evoluzione” per esprimere varianti possibili.

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