Bufala

La burla del Confessionale di S. Anselmo a Boion Polesine

E così siamo tornati, come i Vendicatori davanti a Thanos, alla burla del Confessionale di S. Anselmo a Boion Polesine. Boion Polesine, celebre comune inventato nato all’ombra di Bugliano e simili che ha il suo “gimmick”, la sua precisa originalità.

La burla del Confessionale di S. Anselmo a Boion Polesine

Delle “grida”, finti manifesti murari firmati dai bizzarri personaggi dell’ennesimo “Mondo Piccolo” tra vizi (tanti) e virtù (poche) dell’Italiano medio.

La burla del Confessionale di S. Anselmo a Boion Polesine

Il personaggio di questa storia è il parroco Don Mauro, alle prese con bizzarri parrocchiani inclini a confessare di aver nominato fantasiosamente Dio invano. Un po’ troppo fantasiosamente, affollando il confessionale di persone pronte a giurare di aver spergiurato parole come bioparco, porcozio e Orcamadosca.

Il fenomeno letterario a base della burla è noto in inglese come “Minced Oath”, “bestemmie tritate/macellate”. Secondo il mito greco citato in Echols, Edward C. (1951). “The Art of Classical Swearing”, già in testi classici compaiono inviti a bestemmiare non il nome degli dei, indicati come iracondi e vendicativi, ma i nomi di stelle, bestie ed animali senza un nume pronto a trarne offesa.

La letteratura stessa usa la “falsa bestemmia” come pudico mezzo di censura: molti film e libri sui pirati vedono i personaggi più sboccati ricorrere a perifrasi per nominare Dio invano senza nominarlo (evitando così agli autori accuse di censura) e l’amatissimo personaggio cinematografico Rocket Raccoon, ancora oggi al cinema in “Guardiani della Galassia volume 3” sembra essere affezionato all’imprecazione aliena “D’Ast!”, tradotta nel suo mondo come “Dannazione!” nella lingua degli alieni Kree antagonisti del film “Capitan Marvel” e abbastanza aliena per essere percepita come profanità senza essere profanità.

E, apparentemente, nel ridente comune di Boion Polesine tanto basta per salvarsi dal peccato, ma occupare i confessionali invano.

Conclusione

Il cartello che invita i fedeli a non confessare profanità e bestemmie mascherate è la burla di un comune inventato.

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