La politica del Meme, cifra della politica moderna sembra arrivare rapidamente agli sgoccioli: il meme di Zingaretti ha distrutto la sanità nel Lazio!, unitamente alla recente cronaca elettorale, dimostra che l’elettorato cerca ormai ben altro.
Anzi, per quanto possa sembrare scontato e banale come una favoletta, la verità premia sempre e ogni storica istanza del meme come propaganda politica non ha mai funzionato a lungo.
Ci sono social media manager a cui tirare garbatamente orecchie, tra i quali i creatori di questo testo
Ma siamo su “Scherzi a parte”?
Ricordiamo il modello Zingaretti nella sanità:
❌ 16 ospedali chiusi.
❌ -3600 posti letto.
❌ -14% di personale.
❌ +90% nei tempi di attesa.Noi abbiamo messo 4,5 miliardi aggiuntivi nel fondo sanitario nazionale, 350 milioni per le liste d’attesa, 328 milioni per i contratti di formazione specialistica, 4 miliardi per l’edilizia sanitaria, aumentate di 1800 le borse di studio per le specializzazioni mediche, sbloccato il turnover per l’assunzione di 41 mila tra medici e operatori sanitari.
Recita il meme.
Facciamo una doverosa premessa però: se parliamo di modello Zingaretti dobbiamo quindi giudicare dal punto di vista legislativo. Ovvero quello che l’amministrazione ha fatto, quindi dal punto di vista normativo, e focalizzare la nostra attenzione su questo anziché compiere fallacie logiche e focalizzarci sul singolo caso di malasanità, legato quindi al singolo.
Ma andiamo con ordine e frammentiamo la bufala
Falso!
Ci sono state sedici chiusure annunciate: ma nel 2010, sotto l’amministrazione Polverini.
Invertire l’entropia è piuttosto complicato, ma un riscontro dei decreti 428/2013 e 274/2014 dimostra che le strutture destinate alla chiusura sono state ad oggi del tutto riaperte come Case della Salute o Sanità Territoriali: un cambio di nome e destinazione per offrire una sanità comunque ricca e variegata.
Contrasta inoltre con l’idea generale di Zingaretti ha distrutto la sanità nel Lazio! in quanto avrebbe chiuso ospedali l’apertura dell’ospedale dei Castelli Romani, avvenuta a Dicembre 2018.
Quindi, abbiamo il tipico caso di provvedimenti del 2010 attribuiti ad un avversario politico, attinto da quella che chiamiamo disinformazione del Titanic: ovviamente, chi andasse al cinema per vedere solo il primo tempo del Titanic e poi uscire avrebbe ben da raccontare di aver visto una romantica storia a lieto fine di due amanti su una nave bellissima ed inaffondabile, e tecnicamente non avrebbe torto.
Semplicemente, avrebbe omesso il secondo tempo dove il Titanic affonda, il bel Jack muore e Rose invecchia nel rimpianto e nel dolore.
Falso!
Ovviamente, se la chiusura degli ospedali è una fake news, anche la perdita di posti lo è. Ma si potrà anche in questo caso trarre giovamento dalla lettura dei decreti 412/2014 e 257/2017, con cui si è proceduto anche alla riorganizzazione territoriale.
Specialmente in quest’ultimo troverete una lunga serie di tabelle statistiche comprendenti anche il numero di posti letto che potrete leggere con profitto.
Falso!
In questo caso la fonte da consultare è il Decreto 405/2018 che dispone un nuovo piano triennale per l’assunzione del personale.
Effetto visibile è, tra gli altri, il concorso infermieri in corso in questi giorni, che sommandosi alla stabilizzazione dei precari comporta il mantenimento occupazionale, se non l’incremento, e non la perdita di posti.
Falso!
Anche in questo caso, salvo misurazioni spannometriche e esperienziali dal tema mio cuggino che è andato in ospedale per l’unghia incarinita e l’hanno tenuto diverse ore, ci sono misurazioni statistiche certe.
Come si può ben vdere, tranne in casi limitati e specifici, ci sono tempi d’attesa discretamente bassi e compatibili con gli standard minimi indicati dalla normativa a livello nazionale.
Naturalmente, noi ci siamo presi il tempo, e credeteci, se ne è andato molto tempo per studiare ogni singolo caso.
Gradiremmo che chiunque voglia risponderci lo faccia con altrettanta attenzione e non accetteremo come risposta un mero “ma è così perché così” e “l’ho visto io, non vi basta?”
Non ci basta: chi dovrebbe o vorrebbe fare informazione deve saper fare molto di più.
Portateci dati certi, e ne discuteremo
Portateci il racconto del singolo caso, l’articoletto di giornale avulso da contesto, e chiuderemo le porte del contraddittorio per sempre.
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