È virale un copia-incolla che riporta una presunta poesia scritta durante l’epidemia della peste nel 1800 attribuita a un’autrice, Kitty O’Meary, nata nel 1839 e deceduta nel 1888.
Troppo bella per non condividerla.
Poesia scritta durante l’epidemia della peste nel 1800E la gente rimase a casa
E lesse libri e ascoltò
E si riposò e fece esercizi
E fece arte e giocò
E imparò nuovi modi di essere
E si fermòE ascoltò più in profondità
Qualcuno meditava
Qualcuno pregava
Qualcuno ballava
Qualcuno incontrò la propria ombra
E la gente cominciò a pensare in modo differenteE la gente guarì.
E nell’assenza di gente che viveva
In modi ignoranti
Pericolosi
Senza senso e senza cuore,
Anche la terra cominciò a guarireE quando il pericolo finì
E la gente si ritrovò
Si addolorarono per i morti
E fecero nuove scelte
E sognarono nuove visioni
E crearono nuovi modi di vivere
E guarirono completamente la terra
Così come erano guariti loro(Kitty O’Meary. 1839- 1888)
L’autrice è viva, vegeta e contemporanea e la sua poesia non può essere stata scritta durante un periodo di peste. Ci troviamo di fronte a una poesia scritta proprio nei tempi del Coronavirus. Il nome dell’autrice è Kitty O’ Meara (ecco la fonte) e la poetessa è stata intervistata da OprahMag dove ha rivelato che la poesia, dal titolo indicativo di And The People Stayed Home, nasce da un forte desiderio di combattere l’angoscia di questo periodo storico.
And The People Stayed Home è stata pubblicata il 16 marzo 2020 sul suo blog e la troviamo a questo indirizzo. Secondo SaPeople.com lo scritto di O’Meara sarebbe ispirato a una poesia dell’italiana Irene Vella, pubblicato da quest’ultima sulla sua pagina Facebook l’11 marzo 2020 (5 giorni prima della pubblicazione di O’Meara).
In ogni caso non si tratta di una poesia scritta durante la peste del 1800: l’autrice è viva e vegeta ed è stata intervistata di recente.
Procedendo per ordine, ci viene segnalato che su OshoNews la poesia viene attribuita a tale Kathleen O’Meara, (da qui il diminutivo “Kitty”) scrittrice franco-irlandese nata nel 1839 e deceduta nel 1888 (coordinate temporali che troviamo anche nel post virale su Facebook), dunque vissuta durante l’ultima era vittoriana. OshoNews riporta che la poesia è stata scritta su ispirazione della lotta dei patrioti polacchi contro l’occupazione russa, austriaca e tedesca ed è contenuta nel libro Iza’s Story (1869).
C’è da dire, come riporta Wikipedia, che Kathleen O’Meara era solita usare lo pseudonimo Grace Ramsay per firmare le sue opere, e troviamo conferma nel Dizionario degli Anonimi e Pseudonimi nella Letteratura Inglese, Volume 1 di Samuel Halkett a questo indirizzo.
Nasce spontanea una prima considerazione: l’attribuzione a Kathleen O’Meara di una poesia sulla peste dell’800 è fuorviante in quanto l’autrice firmava le sue opere come Grace Ramsay e soprattutto lo scritto a lei attribuito non riguarda la peste. C’è di più: nessuno riporta link diretti all’opera della O’Meara/Ramsay né pubblica immagini catturate direttamente dalle pagine del libro per dimostrare l’esistenza di tale poesia, della quale non dubitiamo ma di cui non abbiamo prove. L’unico modo per risalire alla fonte è acquistare il libro.
Anzi, le abbiamo, ma per trovarle dobbiamo visitare virtualmente la British Library a questo indirizzo. Il sito ufficiale della British Library permette la consultazione gratuita dei libri online, e il contenuto di ogni volume è indicizzato per consentire la ricerca bibliografica. Abbiamo trovato entrambe le edizioni del libro di Kathleen O’Meara/Grace Ramsay: Iza’s Story (1869) (verificate voi stessi) e Iza: A story of life in Russian-Poland (1877) (verificate voi stessi).
Come avrete certamente verificato – dato che la consultazione online permette la ricerca tramite parole chiave all’interno devi volumi richiesti – non si trova alcun riscontro della poesia virale. Nessuna poesia nei libri consultati, nessuno scritto ispirato alla peste.
Torniamo alla domanda: come si è diffuso questo messaggio?
Era il 16 marzo quando sulla pagina Facebook di Deepak Chopra, scrittore indiano di Nuova Delhi, è stata pubblicata la poesia And The People Stayed Home. In un primo momento Chopra l’aveva riportata come anonima, ma a seguito delle indicazioni di alcuni commentatori aveva modificato il post attribuendolo a Kitty O’Meara:
Eccoci, dunque, all’autrice Kitty O’Meara nostra contemporanea che poche ore prima, nella stessa data 16 marzo, aveva pubblicato la sua poesia sul suo sito personale con il titolo In The Time Of Pandemic. La stessa autrice spiega nei commenti sul suo sito che tutto è esploso dal momento in cui lei stessa ha condiviso il suo componimento sul suo profilo Facebook che ancora oggi mantiene privato (lo dichiara lei stessa), ed è tutto spiegato in questo commento:
Ho riscontrato un po’ di follia sul sito di Deepak Chopra e voglio lasciare perdere. L’ho scritto e pubblicato sulla mia piccola pagina personale di Facebook venerdì scorso, ed è andato fuori controllo.
In poche parole: Deepak Chopra aveva condiviso la poesia che in un primo momento non aveva attribuzioni; i follower gli avevano fatto notare che l’autrice era Kitty O’Meara, autrice contemporanea nonché viva.
Esploso il caso sulla pagina di Deepak Chopra ha fatto capolino Irene Vella, giornalista freelance e poetessa, che ha fatto notare che la poesia di Kitty O’Meara era simile a un suo componimento pubblicato su Facebook l’11 marzo (ripetiamo: 5 giorni prima della pubblicazione della contemporanea O’Meara). Bisogna ricordare che il nome di Irene Vella era già stato citato il 12 marzo in un articolo del Corriere del Veneto. Per rispettare il diritto d’autore non riporteremo il componimento di Irene Valla, che si sta battendo proprio sulla pagina di Deepak Chopra per rivendicare la proprietà del suo testo e ricordare che la sua opera è stata depositata alla SIAE.
Su quale sia la vera autrice del componimento (tra la contemporanea O’Meara e l’italiana Vella) non possiamo dare una risposta, trattandosi di questioni che riguardano una vicenda che pare destinata a spostarsi su piani legali. In ogni caso è falsa l’attribuzione della poesia a un’autrice vissuta durante la peste dell’800 per i seguenti motivi:
Concludendo: è una bufala quella della poesia scritta durante l’epidemia della peste del 1800. Entrambe le protagoniste (Vella e O’Meara) sono vive e si fronteggiano per rivendicare la paternità del componimento.
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