Bufala

La bufala del 5G nascosto nei tombini (e quegli inviti a danneggiare le connessioni OpenFiber…)

La bufala del 5G nascosto nei tombini è il tipico caso di complotto autocostruito.

Complotto che esiste, letteralmente, solo nell’artefatta ricostruzione di chi diffonde tale fake news.

Letteralmente, niente di questa bufala corrisponde al vero. Bufala che ci viene recapitata sotto forma di condivisione social.

La bufala del 5G nascosto nei tombini

La foto di un oggetto misterioso estratto da un tombino, fotografato di straforo durante dei lavori stradali, esposto agli inevitabili commenti di lettori che, a parole (speriamo, almeno) si dichiarano pronti a vandalizzare il misterioso oggetto con getti di acido o dissotterrandolo per prenderlo a martellate.

I commenti contro la “scatola del 5G”

C’è solo un problema: il misterioso oggetto, del quale abbiamo cancellato gli estremi geografici indicati dal condivisore per non fomentare i desideri di distruzione che abbiamo letto nei commenti, è una scatola di giunzione della connessione di Linea Fissa FTTH di Open Fiber.

La bufala del 5G nascosto nei tombini e la verità sulle scatole di giunzione

Il misterioso oggetto è né più ne meno che una derivazione: il cavo a fibra ottica entra nella scatola di giunzione, e viene “suddiviso” per entrare nelle varie abitazioni.

Capirete come dedicarsi a prenderlo a martellate e cospargerlo di acido non sia “difesa dei diritti inalienabili” bensì il reato di attentato a impianti di pubblica utilità.

Anzi, scatole di giunzione sono onnipresenti nei tombini marchiati “open fiber”, o quelli già presenti nelle città italiane da quando il cablaggio della Fibra Ottica, necessità in tempi di Smart Working, si è diffuso nelle città.

Non avrebbe alcun senso occultare le antenne del 5G, che ricordiamo sono strutture del tutto legali e autorizzate, quindi volendo possono essere benissimo installate nei modi e nei luoghi prefissati senza bisogno di ricorrere a costosi complotti.

Ma è necessario, ovviamente, che le scatole di giunzione siano poste nelle strade, in modo da consentire il collegamento a cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni.

Ed è necessario che nessuno sia invogliato a trovarle e vandalizzarle. Perché, ovviamente, farlo non fermerà il 5G ma causerà disservizi di Rete Fissa a persone comuni.

Imprese che ne hanno bisogno per lavorare, negozianti che gestiscono registri di cassa elettronici e pagamenti in valuta digitale, studenti e universitari in DAD e persone in Telelavoro.

E, in molti casi, danneggiando quelle scatole di giunzione si tagliano fuori dalle comunicazioni interi nuclei familiari.

Le conseguenze (anche legali)

Abbiamo già visto quali sono le conseguenze per gli utenti.

Ma sappiamo almeno da Cass. pen. n. 8178/1983 che il caso tipico del reato di attentati a impianti di pubblica utilità vede proprio il danneggiamento alle centraline telefoniche, peraltro indipendente dalla volontà di interrompere il servizio.

In tempi ormai così lontani il caso tipico era il ladruncolo che dissotterrava le giunzioni delle vecchie linee telefoniche in rame per rubare i cavi, fonderli e vendere il prezioso metallo in lingotti.

Adesso si incita a stanare il 5G ovunque si trovi: nella Fibra, nel sangue dei vaccinati o chissà dove altro.

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