La vera storia dei 3 ragazzi di Napoli vincitori dello Zero Robotics: fuorviato anche Di Maio



Si discute davvero tanto oggi 15 novembre dell’iniziativa Zero Robotics, competizione che mette a confronto tantissimi ragazzi in giro per il mondo per quanto concerne il mondo della robotica, con tre studenti di Napoli che avrebbero conquistato il titolo finale, al punto da essere invitati a Boston. Tutto bellissimo, con relativo problema in linea con la letteratura cinematografica di un tempo, visto che i tre ragazzi per questioni economiche, dovute all’abbandono del proprio istituto scolastico, privati di tale chance.



Premio conquistato, ma mancano i soldi per farli volare negli States, al punto che persino Di Maio ieri si è esposto sui social preannunciando un sostegno ai tre ragazzi. Il tutto dopo un incontro previsto nella giornata di lunedì. Una bella storia dal lieto fine, dunque, prima che in giornata a fare luce su tutta la vicenda ci pensasse Il Post. Le cose non stanno esattamente così e ci sono diversi aspetti da precisare a proposito di quella che appare come la classica bufala web.

Zero Robotics

In primo luogo, la Zero Robotics è ancora in corso. Ad oggi non ci sono ancora vincitori, considerando il fatto che l’esito della competizione lo scopriremo solo a metà dicembre. Ancora, il concorso indetto dal MIT di Boston con la collaborazione della Nasa, ma la trasferta per i vincitori sarà molto meno impegnativa di quanto si potesse pensare. La finale, infatti, si terrà a gennaio ad Alicante, in Spagna. Insomma, bella la gara di solidarietà che si è scatenata in queste ore e tutto sommato “innocenti” i tre studenti di Napoli, ma allo stesso occorre precisare che buona parte dei dettagli trapelati ieri debbano essere etichettati come classica bufala.

La corretta chiave di lettura la fornisce NextQuotidiano, che soccorre ancora una volta la fretta patriottica del lettore medio (che, come abbiamo visto, sia pur in buona fede, tende a mietere vittime illustri).

Partiamo dal presupposto che abbiamo evidenziato nelle prime righe, ma con un paragone per farvi capire meglio.

Immaginiamo che ci sia un importante torneo calcistico: sostituiamo quindi la Zero Robotics con un torneo di calcio, sullo stile di quelli a cui Holly e Benji ci hanno ormai abituati

Holly e Benji, sportiva metafora di quanto accaduto alla Zero Robotics

Abbiamo quindi una squadra capacissima, che per brevità chiameremo la New Team che raccoglie i talenti della St. Francis e della Nankatsu, che ottiene risultati assai brillanti alle eliminatorie del torneo più importante del Giappone, portandosi davanti alla Muppet del giovanissimo quanto palestrato Mark Lenders, ma restando seconda dietro la Mambo dell’eterno infartuato Julian Ross.

Ciò significa, sostanzialmente, che al momento avremo la New Team in vantaggio su tutte le squadre delle eliminatorie, pronta a strappare la volata alla Mambo al primo coccolone in diretta di Julian Ross, sul podio con la Muppet e la Mambo ma con la palla ancora in giro.

Questo significa che la New Team avrà ottime possibilità di andare ai Mondiali?

Probabilmente sì, cavolo, Holly è il protagonista, c’hanno Benji che para i calci di rigore… è elevatamente possibile.

Devono porsi da ora il problema di andare in Brasile per i Mondiali? No, a meno che non vogliano dormire a casa di Roberto Seidinho per i prossimi sei mesi facendo i pendolari dal Brasile a Tokyo per disputare tutti gli altri incontri.

Tornando a noi al momento esiste una Leaderboard, un punteggio provvisorio, che vede gli Space Hunters, e non l’Istuto Righi che comunque tallona a stretto giro in netto vantaggio

La classifica provvisoria di Zero Space

Netto vantaggio che ora va sostenuto e difeso: come ci ricorda il citato Il Post Ora restano altre 84 squadre (molte delle quali italiane) che ripartiranno da zero, con una nuova classifica. In più, spiega il Politecnico di Torino, gli studenti «si sfidano, suddivisi in tre aree geografiche (Europa + Federazione Russa, Americhe, Australia)» e «la finale per le squadre europee si svolgerà ad Alicante (Spagna), non al MIT di Boston». A Boston ci sarà solo la finale dell’area geografica delle Americhe. Le tre finali – che si svolgeranno nello stesso giorno – saranno a inizio 2019. Ipoteticamente una squadra italiana potrebbe quindi fare la finale da Boston anziché da Alicante, ma non è tenuta a farlo.

Interviene a questo punto l’entusiastico e frettoloso post di Di Maio, non nuovo alla fretta (vedasi caso del Presidente Ping in Cinaqui il nostro articolo in merito), con il leader del Movimento 5 Stelle che, come potrete notare dal post Facebook qui di seguito, nella giornata di ieri aveva pubblicato un post parlando dell’incontro in programma la prossima settimana coi ragazzi. Questi ultimi, grazie anche allo scarso approfondimenti dei Media, in queste ore sono passati per protagonisti assoluti al concorso Zero Robotics.

Lo scenario descritto dal nostro Ministro del Lavoro è decisamente entusiastico: tre ragazzini Italiani, vincitori onesti, poveri ma belli, che hanno bisogno di un aiuto economico per arrivare alla finalissima di Boston e che per questo hanno trovato l’aiuto della collettività.

Ma tale scenario, postula una lunga serie di eventi che non si sono ancora concretati

  1. Che l’Istituto Righi superi lo stage successivo delle sfide di Zero Robotics
  2. Che l’Istituto Righi arrivi quindi in finale in Spagna
  3. Che l’Istituto Righi decida di arrivare, nella sola qualità di tifosi, anche a Boston per esibire sportività nei confroni dei loro colleghi americani

E se, per dire, il team Space Hunters, attuali leader di classifica dell’Istituto Da Vinci di Trapani che hanno avuto modo di esprimere tutto il loro garbato disappunto per essere stati, di fatto “gufati” dalla stampa, dalla politica e dalla popolazione Italiana tutta nonostante i loro ottimi risultati confermasse i suoi ottimi risultati?

Se per una volta, per cambiare il copione, a Julian Ross non partisse il coccolone in diretta e riempisse la rete di Benji Price di cucchiai e pennellate perfettissime?

O se, siccome siamo ancora nel reame della possibilità, fossero i Polacchi del Team Zagle o tutte le altre squadre europee a guadagnarsi la finale?

Sono dubbi legittimi che portano a ridimensionare l’iniziale entusiasmo. O, quantomeno, a porgere un po’ di scuse all’Istituto Da Vinci di Trapani, smettendo di annunciare una vittoria ancora non celebrata e augurando allo stesso modo lo stesso divertimento, felicità e speranza di vittoria a tutti i giovani protagonisti della vicenda, da tutti gli istituti coinvolti.

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