La bambina che organizza la petizione a scuola per reintrodurre la parola “Gesù” nella canzoncina di Natale

Link, articoli e meme a tema, in questi giorni, sono concentrati sulla notizia di una bambina di una scuola elementare di Riviera del Brenta, ribellatasi alla scelta delle maestre di eliminare la parola “Gesù” alla canzoncina “Natale in allegria”.

“Natale in allegria”, ma senza “Gesù”

La piccola, 10 anni, preso atto della scelta ha organizzato, clandestinamente, una petizione nella quale ha raccolto le firme di tutti gli alunni della scuola per reintrodurre la parola “Gesù” nella canzoncina, e le maestre si sono trovate a dover fare un passo indietro.

La canzoncina “vittima della censura”, “Natale in allegria”, intonava “Su! Brindiamo! Festeggiamo! Questo è il giorno di Gesù!”, ma le maestre hanno chiesto ai bambini di omettere quella parola.

Lo riportava Il Gazzettino di Padova in un articolo del 30 novembre. A giustificare la richiesta sarebbe stato il timore, secondo le maestre, di ledere la sensibilità religiosa dei compagni non cristiani. Lo riporta anche Agi, riprendendo Il Gazzettino e Matteo Salvini, ministro dell’interno, ha commentato su twitter definendo “inqualificabili” le maestre.

La petizione

Una bambina di 10 anni, frequentante la classe quinta, non condividendo l’iniziativa si è armata di quaderni e matite e ha raccolto le firme di tutti i suoi compagni, portando le maestre a fare un passo indietro. Come scrive Il Gazzettino di Padova, a firmare la petizione sono stati anche diversi alunni di fede islamica. A quel punto la parola “Gesù” è stata riammessa nel testo.

Il gesto della piccola alunna è stato condiviso anche dai rappresentanti della politica, in particolare dal Consigliere Regionale del Veneto Alberto Semenzato:

La fonte

Sempre Alberto Semenzato, nella sua pagina Facebook, ha condiviso un articolo de Il Giornale e in calce ha fatto riferimento a una letterina che la bimba gli avrebbe mandato. Sul Giornale, infatti, leggiamo che proprio Semenzato ha sollevato il caso sul suo sito ufficiale. Il 30 novembre il sito legaveneto.it ha pubblicato una nota nella quale parla di “Angela”, nome fittizio con il quale viene indicata la bambina. Quest’ultima avrebbe mandato una lettera allo stesso Semenzato, e da quel momento è partito il caso.

Si parla di una “scuola primaria in provincia di Venezia”, e da un secondo articolo del Giornale leggiamo che la lettera è stata inviata due volte: una all’Istituto Comprensivo e una al consigliere Semenzato.

Perché parliamo di “precisazioni”?

Parliamo di precisazioni, però, perché non è stato ancora reso ufficiale un comunicato dalla controparte, ovvero dall’Istituto protagonista della vicenda. Ciò che abbiamo a disposizione sono le notizie pubblicate dagli organi di stampa, partiti da un comunicato pubblicato da legaveneto.it e dalle dichiarazioni del consigliere Alberto Semenzato.

Siamo in attesa, in sostanza, di dichiarazioni da parte dell’Istituto, dunque di un maggiore riscontro.

 

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