Editoriale

Kim Kardashian accusata di aver danneggiato il vestito di Marylin Monroe: la rivolta social

Kim Kardashian accusata di aver danneggiato il vestito di Marylin Monroe: questa la rivolta social degli ultimi due giorni. Che, come ogni rivolta social, prende una protesta perfettamente legittima e ne fa gazzarra puntando il riflettore sulle parti più futili della vicenda.

Storia dell’abito

La storia del vestito è nota ed è parte integrante del motivo per cui dovreste indignarvi davvero: Marilyn Monroe lo indossava al Madison Square Garden per il quarantacinquesimo compleanno di John F. Kennedy il 19 maggio del 1962. Per molti quindi è l’iconico vestito dell'”Happy Birthday Mr. President” cantato a JFK.

Un abito fatto di Marquisette e brillantini, sottile quindi come una tenda leggera e così fragile che, quando il marquisette era nuovo Marylin Monroe dovette farselo cucire addosso e indossarlo senza biancheria intima.

All’epoca aveva un valore mercuriale alquanto esiguo (per un abito di gran gala), circa 1200 dollari, ma diventato parte di un evento storico di importanza mondiale, è finito acquistato per 4,81 milioni di dollari dalla catena di musei privati “Ripley’s Believe it or Not!”.

E qui la storia potrebbe fermarsi: il valore di un reperto storico non lo fanno i materiali o il costo di produzione, ma il suo significato storico profondo.

E, in questo caso il materiale. Un materiale così inerentemente delicato da dover essere

“Conservato in un caveau, al buio, a una temperatura fissa di 20 gradi e con il 40-50% di umidità – si legge su Vogue – l’abito multimilionario è stato raramente separato dal suo manichino rivestito di mussola e tanto meno indossato da qualcuno che non fosse la Monroe”.

Il resto è storia, ma questa volta moderna.

Kim Kardashian accusata di aver danneggiato il vestito di Marylin Monroe: la rivolta social

Forse ingenuamente, dato il fatto che parliamo di quel genere di stoffa che, usata su una tenda, raramente supera qualche anno senza danni, Kim Kardashian decide di indossarlo al MET Gala.

Convince così il museo privato a lasciarle provare una replica dell’abito: la prova riesce alla perfezione.

Non così per l’abito originale, letteralmente consegnato coi guanti. Dopo una lunga dieta, l’attrice riesce a entrare anche nell’abito originale.

Che, a questo punto, ricordiamo è un abito di marquisette di sessanta anni prima conservato in atmosfera controllata per gli ultimi sessanta anni meno una manciata di giorni della sua esistenza.

Viene indossato per pochi minuti al MET, rimosso e sostituito da una replica.

Oggettivamente, per un abito che non era mai stato “indossato” (ricorderete è stato cucito sul corpo nudo di Marylin Monroe) è uno sforzo che secondo la fotografa e modella Sarah McGonagall ha avuto il suo peso.

Secondo la sua denuncia fotografica l’abito si presenta ora vistosamente danneggiato, coi brillantini staccati e penzolanti da fili e la stoffa visibilmente usurata, destinata a cadere a pezzi in tempo accelerato.

Ovviamente il punto del discorso è che non si dovrebbe prendere un oggetto conservato per sessanta anni a 20 gradi e in umidità controllata e portarlo per un gala.

Ovviamente, le cose non finiranno bene.

Il popolo della Rete insorge, prendendosela con la fisicità di Kim Kardashian. Il che è letteralmente l’equivalente non solo di guardare il dito quando ti indicano la Luna, ma direttamente guardare nella scollatura di qualcuno.

 

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