Killnet lamenta il ban da Telegram: e questo è un bizzarro capitolo delle avventure del collettivo hacker filorusso nemico delle “Nazioni Ostili”.
Dove per “nazioni ostili” si intende tutti quelli che sono antipatici a Putin, vale a dire grossomodo chiunque al mondo tranne i suoi seguaci.
Nei capitoli precedenti abbiamo visto Killnet minacciare il “sito internet” di Anonymous dimenticandosi che Anonymous non ha un sito Internet.
Nonché Killnet minacciare di bloccare il televoto dell’Eurovision per impedire la vittoria dell’Ucraina, salvo poi ritrattare tutto e accusare l’Occidente di aver mentito minacciando vendetta.
Nell’ultimo capitolo delle vicende, Killnet ha minacciato l’Italia “di gravi e irreparabili” conseguenze, col loro gergo adolescenzial-militare a base di server “uccisi”, “supremi comandanti” e “ordini di guerra”, invocando quasi con tono di implorazione il Cremlino di guardarli e ricordarli come i “Figli di Guerra” della Saga di Mad Max che implorano Immortan Joe di ammirarli.
Salvo poi arretrare e “complimentarsi” col CSIRT di averli battuti ma aggiungendo il simbolo di un impiccato per tingere i loro complimenti di un neppure troppo sottile “rosicamento”.
Rosicamento che nell’ultimo capitolo della stralunata vicenda arriva oltre i livelli di guardia.
Nella giornata di ieri i frequentatori del canale Telegram usato per i proclami del collettivo hacker hanno avuto una brutta sorpresa: un bel ban.
Ban che ha colpito l’amministratore del gruppo, che non potrà più personalmente creare nuovi canali, e il canale stesso.
Le prime reazioni? Possiamo definirle alquanto poco sportive, molto bellicose, da far piangere il De Coubertin.
Un sobrio post su un canale collegato agli hacker di Legion, in lingua russa in cui si lamenta il fatto che non meglio precisate “puttane” abbiano segnalato il gruppo principale e si chiede agli utenti di “controllare se da loro si vede”.
Alla fine, col ban confermato, arriva la derisione del canale Stand Up for Ukraine, che riporta l’ennesimo comunicato dei “supremi comandanti”.
Un comunicato dove i toni rabbiosi da rude aspirante soldato Russo sembrano unirsi al capriccio del ragazzino che ha perso il giocattolo e teme di aver perso anche la faccia
In breve: il canale ufficiale è stato bloccato per violazione delle regole di Telegram. Non potevano sopportare le lamentele di quel branco di maiali. Lo capite che non ci hanno hackerato? È un blocco da parte di Telegram, ora aspettateci che diranno tutti che ci hanno hackerato! Non ci hanno hackerato, si sono lamentati di noi
Il che, per la loro immagine di giovani duri e puri, araldi della “denazificazione russa”, potrebbe anche essere peggio. Se li avessero hackerati, non si lamenterebbero contro le “pu**ane” e i “maiali” che li hanno segnalati rompendogli il giocattolo…
Immagini di copertina tratte dai Tweet di Stand Up for Ucraine e Nicholas Carrol
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