Il nuovo idolo dei complottisti è Kary Mullis, oggetto di una falsa attribuzione e di un riconoscimento distorto da parte dei condivisori compulsivi. Individui, questi ultimi, che sarebbero capaci di negare anche la necessità vitale della respirazione qualora dovessero leggerlo tra i post di una qualche pagina oltremodo audace a inventare assurde teorie del complotto. In poche parole il tormentone di oggi interessa il premio Nobel che nel 1993 fu insignito del riconoscimento dopo aver perfezionato le tecniche del test PCR. Secondo i complottisti Kary Mullis avrebbe detto che il tampone sarebbe completamente inutile per la diagnosi delle malattie infettive. Cerchiamo di comprendere insieme quale sia la verità.
L’inventore del tampone vincitore del premio Nobel, Kary Mullis, ha sempre affermato che il test NON dovrebbe essere usato per diagnosticare nulla.
Raccoglie sequenze genetiche, amplifica e moltiplica frammenti di RNA ma NON RILEVA ALCUN VIRUS.
Poi, il brevetto l’ha comprato la Roche per 300 milioni di dollari…(e lo potete tranquillamente verificare…)
Quando lo avrete verificato ragionateci su e chiedetevi il perché viene usato come strumento diagnostico a tappeto se NON PUO’ rivelare alcun virus e NON E’ uno strumento diagnostico.
Le attribuzioni a Kary Mullis da parte dei complottisti sono doppiamente false. In primo luogo il Premio Nobel non ha inventato il tampone, bensì ha perfezionato la PCR e in secondo luogo il tampone non è uno strumento diagnostico. Andiamo per ordine.
Come spiega la scheda dello scienziato sul sito ufficiale del Nobel Prize, la PCR è stato un perfezionamento di uno studio già in essere operato da Mullis e dal suo collega Michael Smith nel 1983. L’acronimo PCR sta per “Polymerase Chain Reaction”, “Reazione a Catena della Polimerasi” e come ricorda la National Library Of Medicine in questa scheda i primi studi furono condotti da Kjell Kleppe negli anni ’60 e pubblicati per la prima volta nel 1971 (qui il documento).
Con gli studi di Mullis la PCR diventava applicabile in vari settori, dalla genetica molecolare alla medicina forense, un progresso importantissimo.
Continuando, arriviamo alla confusione dei complottisti tra tampone e PCR. I colleghi di Facta hanno pubblicato un articolo su questo argomento il 4 settembre 2020. Tampone e PCR non sono la stessa cosa: il tampone è un esame rapido applicato su bambini e adulti, il PCR è il test dal quale si formula la diagnosi. Dire che siano la stessa cosa è come sostenere che la siringa usata durante gli esami del sangue corrisponda alle analisi di laboratorio.
La descrizione della differenza tra tampone e PCR è presente anche nei portali ufficiali degli ospedali italiani. Ad esempio dal “Bambin Gesù” di Roma scrivono:
Il tampone faringeo o naso-faringeo è un esame rapido sia per gli adulti che per i bambini: si esegue in pochi secondi. Viene effettuato tramite un bastoncino con una sorta di cotton fioc alla sua estremità.
[…]
Il tampone viene poi mandato ad un laboratorio specializzato. Il laboratorio conferma se il virus è presente nel faringe per mezzo di test molecolari (Real Time Polymerase Chain Reaction, RT-PCR).
Dunque tampone e PCR corrispondono a due step distinti del protocollo con il quale si stabilisce se una persona sia infetta o meno dal SARS-CoV2.
Primo riepilogo. Scrivere: “L’inventore del tampone e vincitore del premio Nobel Kary Mullis” è errato e fuorviante, perché Mullis non inventò il tampone e tanto meno quest’ultimo è uno strumento diagnostico. Mullis perfezionò il PCR, che oggi viene usato come test molecolare dopo l’esame del tampone, che è soltanto uno strumento.
Più in superficie, dunque senza più addentrarci nel mondo della medicina, arriviamo alla negazione attribuita a Kary Mullis. Lo scienziato non arrivò mai a negare l’inutilità del tampone né del PCR. L’attribuzione è falsa e decontestualizzata. Quell’affermazione appartiene a John Lauritsen che in una pubblicazione del 1996 (a questo indirizzo) e riguardava l’HIV. Secondo Lauritsen il PCR non poteva applicarsi per la rilevazione dell’HIV in quanto il test individuava la quantità delle sostanze e non la qualità, ma stiamo parlando del 1996. In quel tempo, infatti, il genoma dell’HIV non era ancora stato scoperto e si dovette attendere fino al 2009 per decodificarlo. Il genoma del Coronavirus, invece, era stato individuato tra dicembre 2019 e gennaio 2020.
Siamo di fronte a una grave bufala inzuppata nel complottismo. Dopo la morte di Kary Mullis, avvenuta il 7 agosto 2019 per una polmonite, i complottisti sostengono con forza che il Premio Nobel per la Chimica fosse stato ucciso per mettere a tacere quanto sosteneva sul PCR, un’attribuzione che in realtà apparteneva a Lauritsen e interessava l’HIV prima della scoperta del genoma.
Kary Mullis non ha mai parlato del PCR (che i complottisti confondono col tampone) come uno strumento inutile per il rilevamento di malattie infettive; tampone e PCR non sono la stessa cosa; è chiaro che il tampone non sia uno strumento diagnostico, cosa che invece è il PCR essendo lo step successivo al tampone il quale è solo un esame da condurre con un bastoncino che no, non perfora il cervello (qui la nostra analisi).
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