Bufala

Jean-Louis Tauran: “Abbiamo dovuto porre fine al pontificato di Ratzinger…”

Il compianto Cardinale Jean-Lous Tauran è oggi protagonista di una delle domande che noi di Bufale amiamo porci spesso: quando una bufala è particolarmente crudele e odiosa?

La risposta è assai semplice: quando colpisce, vigliaccamente, un morto, qualcuno che non può più parlare in sua difesa, vilipeso e diffamato dalle folle a causa dell’onnipresente randello del meme.

Perché ormai basta una frase messa sotto un volto per suscitare l’odio: anche se l’oggetto dell’odio è una delle persone più irreprensibili della storia moderna. Ovvero, il cardinale Jean-Louis Tauran.

La bufala di Jean-Lous Tauran

L’apocrifo falsamente attribuitogli è un diffamatorio centone di complottismo e sovranismo da tastiera, che ricasta il povero Jean-Louis Tauran nel ruolo dell’Uomo Veramente Cattivo

Il Cardinale Jean-Louis Tauran come lo vedono i sovranisti da tastiera: intento ad assolvere al suo ruolo istituzionale di Uomo Veramente Cattivo

che nella ottenebrata mente dei complottismi è causa prima ed artefice delle loro sofferenze.

“Abbiamo dovuto mettere fine al pontificato di Ratzinger perché stava destabilizzando l’ordine costituito. Bergoglio ha il compito principale di contrastare la crescita delle destre e convertire gli italiani all’accoglienza degli immigrati”

Inutile ripeterlo: Tauran non ha mai scritto, proferito o anche solo meditato queste parole.

Ed è inutile che ci veniate a dire: “Ma magari lo pensava” perché in questo caso vi auguriamo di vivo cuore che un giorno qualcuno prenda la vostra foto e ci scriva sotto un meme in cui dichiarate di essere dei pedofili cannibali che si cibano di infanti alla brace dopo averli seviziati, che veniate a chiederci il fact checking e che noi, novelli Rorschach, fossimo messi in condizione di sussurrarvi: no.

“E quando le bufale si diffonderanno, ed anche voi sarete accusati a mezzo meme di ogni infamità e aberrante colpa, leoni da tastiera e viralizzatori guarderanno verso l’alto e grideranno ‘Salvaci! Facci l’antibuffala che ci fanno la buffala che ci vogliono menare’. Ed io sussurrerò… ‘No.’ “

Ma andiamo con ordine

Chi ha eliminato Ratzinger?

Nessuno.

Fatto noto a chiunque, l’11 Febbraio del 2013 Benedetto XVI comunicò al mondo la sua decisione di “Rinuncia all’ufficio di romano pontefice”. Sulla motivazione i teorici del complotto ebbero assai da dire per anni sebbene fosse un vero e proprio segreto di Pulcinella.

Il Papa Emerito Joseph Ratzinger rinunciò all’ufficio per malattia, o meglio perché la sua vecchiaia non gli consentiva più di adempiere in scienza e coscienza ai compiti demandati da tale alta funzione.

Lo scandalo pedofilia serpeggiante, i Vatileaks… nessuna presunta causa del complotto poteva competere con l’avanzare del tempo che inesorabile scorre per tutti.

Come ricordato in un importante documentario d’epoca

Un altro passaggio chiave che aiuta meglio a definire la scelta di ritirarsi di Ratzinger, avviene attraverso le parole di Padre Stephan Horn, suo assistente all’Università di Ratisbona, nonché amico e allievo: “Il dottore gli aveva detto che non avrebbe potuto viaggiare in Brasile, per partecipare alla Giornata della Gioventù. Quindi ha deciso di dimettersi prima”.

Padre Federico Lombardi ricorda la grande responsabilità che implica l’esercizio del ministero del Vescovo di Roma e la maratona quotidiana di impegni, pubblici e privati (celebrazioni liturgiche, viaggi, udienze, lunghe riunioni di governo…), che Papa Ratzinger non avrebbe potuto garantire con la perdita naturale delle forze dovute all’età. Ai suoi occhi, è evidente che questo sia stato il vero motivo della rinuncia.

[…]

Monsignor Gänswein ha confermato che Papa Benedetto mantiene tutta la sua lucidità intellettuale, ed ha riconosciuto la progressiva perdita di forze fisiche. Ha voluto anche sottolineare la serenità della sua vita ritirata, insieme alla piccola comunità del monastero che lo accoglie in Vaticano.

In pieno possesso delle sue facoltà mentali, ma scendendo a patti con le sue declinanti facoltà fisiche, il Papa Emerito ha quindi liberamente deciso di lasciare ad un successore più vigoroso il Santo Ufficio e la Guida della Chiesa Cattolica.

Ma chi è Jean-Louis Tauran? E cosa ha detto davvero?

Una persona della quale la maggior parte di quelli che hanno letto e contesteranno questo articolo non sono degni.

Nominato presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso da Benedetto XVI non aveva che per il Papa Emerito la più grande ammirazione, ed anche lui era lì, al fianco di Benedetto XVI al momento della sua rinuncia, descrivendo il Papa Emerito in questo modo

Il cardinale originario di Bordeaux confessa che l’annuncio di papa Ratzinger è stato “una sorpresa totale perché nessuno era informato“ soprattutto perchè pronunciato “con una calma e una serenità fuori dal comune”.

Torna sulle motivazioni della clamorosa decisione di Benedetto XVI, i suoi quasi 86 anni e il ruolo immensamente impegnativo del pontefice nel mondo contemporaneo.

Per Tauran, Ratzinger “uomo riservato“, ha dovuto compiere un grande sforzo psicologico nel suo contatto con le folle. Ma la sua scelta ci ha mostrato una forza interiore davvero speciale: “Passare della sede di Pietro a un ritiro quasi come quello di un monaco certosino suppone una vita interiore intensa e un grande distacco”.

Dal mondo musulmano, il presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso rivela di avere “ricevuto messaggi di gente che ammirano il coraggio, e anche la modernità di Benedetto XVI”.

Il futuro Papa ? “Innanzitutto credo che debba continuare quello che ha fatto Benedetto XVI: insegnare il contenuto della fede“, dice il cardinale Jean-Louis Tauran, perché “nel mondo odierno, i cristiani devono essere capaci di rendere ragione della loro fede avendo una conoscenza del contenuto di questa fede, perché non si trasmettono impressioni”.

Poi, spiega Tauran, “ci vorrà anche un Papa molto aperto al dialogo con le culture e le religioni, che possa effettuare una riforma della Curia affinché ci sia maggiore coordinamento nella vita e nelle decisione della chiesa universale”. Joseph Ratzinger voleva questa riforma prima di salire sul trono di Pietro, ricorda il cardinale francese, la Curia è “una enorme macchina“ è riformarla è un compito lungo e arduo anche per questo “forse ci vorrebbe un Papa più giovane”.

Tauran nella sua vita è stato moltissime cose: giovane adulto, lavorò nella Nunziatura Apostolica in Santo Domingo ed in Libano. Sotto Wojtyla fu archivista e Bibliotecario di Santa Romana Chiesa.

Premiato dall’Accademia Bonifaciana per il suo impegno, fu proprio da Ratzinger nominato presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso e presidente della Commissione per le relazioni religiose con i musulmani, e sotto il Papato di Ratzinger fu elevato alla dignità di Protodiacono di Santa Romana Chiesa.

Sua fu la voce, dopo le dimissioni dello stimatissimo Papa Emerito che annunciò l’Habemus Papa: e quel momento di coronamento di una lunga carriera fu il primo momento in cui Jean-Louis Tauran si scontrò con quegli esseri chiaramente nefasti e poco umani che sono i leoni da tastiera.

Jean-Louis Tauran, affetto da Parkinson in stato avanzato, ormai al lumicino di una lunga ed onorata vita e carriera ecclesiastica fu ferocemente deriso e dileggiato da orde di leoni da tastiera che si presero beffe delle sue incertezze nel linguaggio e nelle movenze.

Camerlengo di Santa Romana Chiesa dal 2015, morirà nel 2018, negli Stati Uniti dove invano aveva cercato di arrestare il decorso del Parkinson che lo stava devastando.

Ma, evidentemente, per il popolo della Rete non è abbastanza dileggiare un vivo malato.

Bisogna anche farsi beffe e scempio della sua memoria, trasformandolo in un feticcio per i loro terrori notturni e parossistici odi, fantoccio per persone che hanno bisogno di cercare ossessivamente un responsabile per le loro miserie umani per distrarre loro stessi dalla scoperta di quel mostro e nemico riflesso nello specchio di casa.

Accusare il Cardinale Tauran di un centone di complotti scritto coi tormentoni di un certo “sovranismo da tastiera” salito agli onori della cronaca solo dopo la sua morte è solo l’ultimo sfregio sul cadavere di un illustre uomo dileggiato negli anni della malattia.

Perché se già non possiamo che disprezzare chi si prende beffe di persone vive ed in salute, troviamo imperdonabile dileggiare il malato e trascinarne nel fango la memoria quando, morto per quella malattia che lo rendeva oggetto di vilipendio, non può più difendersi.

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