Ivanka Trump pensa di presenziare all’insediamento di Biden: le indiscrezioni e l’ira di un Donald sempre più solo
Ivanka Trump pensa di presenziare all’insediamento di Biden, davanti ad un padre sempre più solo e infuriato.
Questo rendono alla stampa fonti vicine alla Casa Bianca.
Da un lato abbiamo Ivanka, figlia del Tycoon, nelle idee del padre suo Delfino e volto nuovo dell’ala Repubblicana a lui fedele che ha deciso che la linea sportiva e di conciliazione pagherebbe.
Del resto, anche Ivanka ha qualche ondivago Tweet da farsi perdonare, nei quali è passata in scioltezza dal chiedere la cessazione immediata di ogni violenza (apprezzato) al rivolgersi ai “Patrioti Americani” perché moderassero i toni (molto meno apprezzato, dato che tra i “Patrioti” vi erano i QAnon rissosi e violenti).
E un atto di responsabilità come il presenziare all’insediamento di Biden disertando quindi le manifestazioni di avvio della campagna elettorale paterna prevista per pari data.
Al momento parliamo di indiscrezioni: ma prevalenti sulle indiscrezioni che danno per certa l’assenza di Ivanka ci sono le indiscrezioni per cui Ivanka Trump pensa di presenziare all’insediamento di Biden.
Una situazione questa di aperto strappo con la famiglia del Tycoon, e col padre Donald pronto a rimproverare la figlia di “voler far combutta coi ladri che mi stanno rovinando” e “Di voler sacrificare i voti di migliaia di sostenitori”.
Ma non è l’unica spinta nel fianco di babbo Donnie.
Ivanka Trump pensa di presenziare all’insediamento di Biden: le indiscrezioni e l’ira di un Donald sempre più solo
La richiesta di Impeachment dei Dem, che pianterebbe l’ultimo chiodo sulla bara di una Campagna elettorale che di fatto il 20 nascerebbe morta, inizialmente prevista per questa settimana è stata già depositata.
Quattro semplici pagine che di fatto priverebbero il Tycoon a vita del diritto di elettorato attivo, quindi della possibilità di candidarsi, preceduta da una lettera che preannuncia a Pence l’intenzione di procedere in caso non si provveda all’esautoramento di Trump.
Esautoramento che, assieme all’ipotesi di una censura formale, sembrano ipotesi più gradite del duro e definitivo impeachment in area Repubblicana, dove comunque le simpatie per il Tycoon stanno rapidamente evaporando.
In ogni caso, coi Dem concordi nel volere Trump fuori dalla vita politica della nazione, e i Repubblicani incerti se assecondare tale idea (come l’ex Governatore della California Schwarzenegger, autore di un durissimo discorso contro il Tycoon e i suoi “fedeli”) o “limitarsi” a volere Trump immobile fino a fine mandato ad evitargli ulteriore imbarazzo sotto la spada di Damocle del commissariamento.
Persino la First Lady ha consegnato alla Pagina Web della Casa Bianca un suo saggio di 600 parole (non privo però di qualche incertezza grammaticale e un anticlimatico errore nello spelling del nome di Ashli Babbitt, seguace di QAnon morta nell’insurrezione e brutalmente rinnegata e ingiuriata dai suoi stessi consoci) chiedendo pacificazione sociale.
E George W. Bush, ultimo rampollo dell’Old Party, i Repubblicani storici, ha già acconsentito a presenziare con Biden ad una piccola cerimonia in onore del Milite Ignoto al Cimitero di Arlington, cementando un clima di rinnovata pacificazione tra l’ala parlamentare e storica del Partito Repubblicano e i Democratici.
Infine Bill Belichick, allenatore dei New England Patriots che ha ricevuto da Trump un’alta onorificenza ha deciso di rifiutarla per protesta contro l’insurrezione in Congresso, dichiarando che la fedeltà ai valori della sua nazione supera ogni altro valore o premio.
Indubbiamente, oggi non è facile essere Donald Trump.
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