Ius sanguinis o ius soli?
La cittadinanza è la condizione giuridica che possiede un individuo rispetto ad un determinato Stato. Essa nella sua nozione più profonda segna un legame stretto tra il soggetto ed un territorio. Non sono affermazioni da poco, in quanto possedere la cittadinanza – della quale si può anche essere privati in alcuni casi – significa godere di specifici diritti civili e politici, tra i quali il diritto di voto: espressione massima della democrazia.
Ad oggi la norma di riferimento è la legge 91/1992 che chiarisce fin dal principio il criterio prescelto per l’acquisizione della cittadinanza in Italia, ovvero lo ius sanguinis. Si stabilisce che sono cittadini italiani coloro che nascono da padre o madre cittadini, indipendentemente dal luogo di nascita.
Tale principio si contrappone a quello dello ius soli, letteralmente “diritto del suolo”, secondo cui la cittadinanza spetta a tutti coloro che nascono in un determinato Stato, senza considerazione della cittadinanza dei genitori.
Tale criterio nella sua forma illimitata è applicato negli USA e in forme particolarmente temperate in alcuni stati europei come Francia e Germania.
Nonostante i tentativi di riforma tra i quali l’introduzione dello ius culturae – criterio basato sulla frequentazione da parte del bambino straniero di un determinato ciclo di studi in Italia – nonostante le promesse di prossime discussioni, la tematica della cittadinanza resta ancora immutata.
Si deve ricordare però che il discusso ius soli, sebbene in forma di eccezione, esiste nel nostro Paese, tant’è che nello stesso art.1 della L.91 si dice che “è cittadino chi è nato nel territorio della Repubblica se entrambi i genitori sono ignoti o apolidi (senza cittadinanza), ovvero se il figlio non segue la cittadinanza dei genitori secondo la legge dello Stato al quale questi appartengono”.
Affrontare con serietà, senza dilazioni, una tematica così delicata diventa essenziale in questi anni, significa adattare il testo scritto ad un mondo in mutamento che richiede rapide risposte.
Quali saranno gli esiti di questo perenne dibattito?
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