Ci segnalano i nostri contatti una screenshot, presa da un PDF, preso (vedremo) dalla fonte legittima ma distribuito sottobanco, relativo alla “sanitizzazione delle mascherine monouso”
L’intestazione è di una fonte autorevole, e questo ha indotto molti a ritenere la condivisione autorevole.
Problema: cominciamo un po’ a stancarci di dovervi ripetere che qualsiasi cosa provenga da WhatsApp non è autorevole per niente. Ma neppure se chi la condivide ci mette la firma di un medico importante, un elenco di stabilimenti farmaceutici, il numero di telefono di suo cugino o dello zio a Wuhan o il sigillo dello Shogun Mitsukunimito
A mettere il nome di un personaggio autorevole ci vuole poco.
O, in questo caso, a scattare la foto di una direttiva interna e distribuirla a chiunque abbia il pollice opponibile e voglia di condividere ancora meno.
È la stessa struttura a dare smentita del comunicato, precisando che si tratta di una mera ipotesi di procedura ad uso interno, che potrebbe rendersi necessario studiare qualora la penuria di dispositivi medici dovesse continuare
IN MERITO AD UN DOCUMENTO DI LAVORO DIFFUSO NELLA RETE REDATTO DA QUESTO STABILIMENTO, SI PRECISA CHE TRATTASI DI UNA PROCEDURA AD USO INTERNO, NON ANCORA APPROVATA, AVENTE UNICAMENTE LO SCOPO, NELL’IMPOSSIBILITA’ DI REPERIRE UN NUMERO SUFFICIENTE DI MASCHERINE DI RICAMBIO, DI TENTARE DI “BONIFICARE” LE MASCHERINE GIA’ USATE IN CONTESTI NON A RISCHIO, ESCLUDENDO QUINDI QUELLE UTILIZZATE DAL PERSONALE SANITARIO, OVVERO CON LA CERTEZZA DI NON ESSERE ENTRATI IN CONTATTO CON PERSONE CONTAGIATE. CIO’ SIGNIFICA CHE NON ESISTE ANCORA UNA EVIDENZA SPERIMENTALE CHE NE CONVALIDI IL “REIMPIEGO” IN TAL SENSO.
SI RICORDA INFATTI CHE LE MASCHERINE SONO MATERIALI DICHIARATI DAL PRODUTTORE “MONOUSO”.
SI È IN ATTESA DELL’AVVIO DI PROVE TECNICHE SPECIFICHE PER VALUTARE L’APPLICABILITÀ E LE EVENTUALI LIMITAZIONI NEI CASI DI EMERGENZA COME QUELLO ATTUALE. QUESTO STABILIMENTO AVRA’ CURA COMUNICARE IMMEDIATAMENTE EVENTUALI NOVITA’ IN MERITO.
Questo implica che ovviamente non potete mettervi a lavare le mascherine in casa confidando nel perdurare della loro efficacia. Vieppiù che basta manipolarle scorrettamente per ottenere la perdita della loro efficacia.
Basta ad esempio sfilarsi la mascherina per poggiarla su una superficie della quale non si è certi sia sanificata e reindossarla con nonchalance per aver rovinato tutto il benfatto.
Vieppiù che, ricordiamo
Esiste un motivo per cui si stanno sperimentando soluzioni estreme e da applicarsi solo come soluzioni di crisi subottimali come questa.
C’è scarsità e penuria di mascherine, e come ricordano le appendice ai DPCM Coronavirus emessi dal Presidente del Consiglio va data priorità massima alle categorie a rischio: operatori sanitari, forze dell’ordine in servizio e contatto col pubblico, immunodepressi e altri casi particolari.
Come vi dicemmo in un altro articolo, un soggetto in buona salute non ha bisogno della mascherina per andare a fare la spesa. Ha bisogno di lavarsi spesso le mani e rispettare le distanze di sicurezza.
Non ci sarebbe bisogno per gli stabilimenti militari di studiare modalità di riciclo, e per il pubblico di diffonderle di straforo, se tutti si attenessero alle regole.
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