Tutto è iniziato ieri da un post di FaceBook pubblicato da una ragazza di Foggia. Sono proverbiali le vicissitudini di chi si appresta a trasferirsi in un posto lontano da casa. Ne capitano davvero di tutti i colori. D.P. aveva deciso di trasferirsi in provincia di Milano per avvicinarsi alla sua ragazza. Sembrava aver trovato l’abitazione dei suoi sogni. Tutto sembrava esser andato troppo liscio. Come da copione, iniziano una serie di temporeggiamenti da parte dell’affittuaria.
«Quindici giorni prima dell’inizio del contratto la ragazza mi manda un messaggio dicendomi che l’inizio del contratto slitta di un mese trovando scuse poco credibili. In un secondo momento ricevo un altro messaggio da parte della ragazza che mi dice che la casa in affitto non può più darmela perché preferisce venderla».
Fin qui la situazione, sebbene possa essere stancante o frustrante, è ancora accettabile. La ragazza cerca spiegazioni.
«Le rispondo dicendole che non trovo corretto cambiare le carte in tavola all’ultimo minuto e che i patti erano altri. In tutto ciò interviene la madre della ragazza che mi contatta»
«Il motivo per cui non mi viene data la casa in affitto è perché sono nata a Foggia».
La signora di Milano non è stata ingenerosa con le parole usate per argomentare ed espletare il suo razzismo. Qui la trascrizione del primo messaggio vocale che l’affittuaria ha mandato su WhatsApp alla ragazza di Foggia, presente nel post di Facebook.
«Guardi, sinceramente quello che pensa lei non me ne frega un bel niente. Per me i meridionali son meridionali anche nel 4000, non nel 2000, anche nel 4000. Ragione per cui ho frenato un pochettino. Perché per me i meridionali, i neri, i rom, sono tutti uguali. Sono razzista al 100%. Di quello che dice lei o che pensa lei proprio non interessa niente sinceramente. Se vuole comprarsi la casa se la compra, se non vuole comprarsela non se la compra. Quando è piccolo qui non mi interessa ma quello che riguarda la carta d’identità e quello che c’è scritto. […] Io sono razzista e per me mi va benissimo. Forse sono venuta a saperlo troppo tardi. Se lo sapevo prima la fermavo prima mia figlia magari».
«Arrivederci cara, e scriva su quel post che la signora è un salviniana. È una leghista convinta. Che è di Salvini da quando c’era il Bossi […]. Lo scriva in grande: ecco le leghiste cosa fanno. Io sono serena e contenta di essere leghista come Matteo Salvini che fin dall’inizio ce l’aveva coi meridionali».
D.P. ha deciso di procedere per vie legali. Se, come riporta NextQuotdiano, D.P. aveva già versato la caparra, per la signora leghista ci saranno almeno delle conseguenze economiche. Aspettiamo che la giustizia faccia il suo corso.
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