Insulto social a Scalfarotto, dirigente PD sospesa
La storia dell’insulto social a Scalfarotto rileva alla luce di qualcosa che abbiamo sempre sostenuto. C’era un tempo in cui la politica entrava nelle case in punta di piedi, con eleganza, in giacca e cravatta.
Nella TV in bianco e nero di “Tribuna Politica”, con politici in giacca e cravatta (o l’abito delle grandi occasioni), con la riverenza che si deve a chi entra ospite nelle case dei cittadini per spiegare le sue ragioni.
Nessuno urlava, le discussioni non si trascinavano nei rivoli social, non diventavano tifo e reciproche accuse. Si discuteva, mai infuocandosi, si lasciava ad un elettorato trattato come si confà ad elettori adulti e responsabili ogni scelta.
Succede ora che Teresa Bellanova denuncia un commento piuttosto aspro.
Insulto social a Scalfarotto, dirigente PD sospesa
Ed una domanda aperta al PD stesso
Mi chiedo cosa ne pensi Enrico Letta delle parole vergognose di Rosamaria Sorge, iscritta, dirigente PD e ex candidata a Civitavecchia per il partito.
Non stiamo forse esagerando? È questo l’esempio che vogliamo trasmettere, mentre cerchiamo di approvare una legge necessaria che condanna odio e discriminazione?
Dall’inizio abbiamo chiesto a tutte le forze politiche dialogo e confronto, con l’obiettivo di risolvere le criticità e approvare quanto prima una legge giusta. Gli insulti e il conflitto politico esasperato non conducono da nessuna parte, se non a maggiore odio. Se davvero vogliamo che la politica porti a casa risultati concreti, capaci di avere davvero un’influenza sulla vita dei cittadini, il metodo da seguire è un altro: quello del dialogo.
E l’allargamento della piattaforma dei diritti delle persone non può e non deve assolutamente contemplare il restringimento del diritto delle opinioni altrui. Su questo almeno dovremmo essere tutti d’accordo.
Commento che, anticipiamo, è vero e rivendicato dall’autrice stessa, che però ne giustifica le finalità.
Sul suo account, non più disponibile al momento, infatti spiegava che si trattava di “una battuta ironica, riportata fuori dal contesto”, da intendersi senza “l’intenzione di offendere” e legata al “politicamente scorretto osannato ultimamente dalle destre”.
Sostanzialmente, chiedendo scusa, ma evidenziano un fraintendimento.
Gli esiti e la sospensione
Il Partito Democratico ha però deciso per la sospensione della sua iscritta, ribadendo la loro linea politica “a favore del DDL Zan, Italia Viva e la Lega contro” ma caldeggiando l’espulsione della stessa
«Dai social abbiamo appreso che una iscritta al Pd della sezione di Civitavecchia, ha insultato l’esponente di Italia Viva, Ivan Scalfarotto, con un’espressione palesemente omofoba – si legge in una nota -. Come la battaglia sul ddl Zan può dimostrare, il Partito Democratico respinge ogni forma di discriminazione o di insulto, in particolar modo se ispirato dalle preferenze sessuali, che appartengono alla sfera personale di ogni donna e uomo e come tali vanno rispettate e, se messe in discussione, difese senza se e senza ma. La storia del partito è chiara, così come inequivocabile è la nostra posizione su questo tema. Per questo, dopo aver comunque letto le scuse sui social dell’iscritta, prendiamo le distanze e condanniamo l’accaduto sia per la forma sia per il contenuto, ritenendolo ingiustificabile e non in linea con i valori democratici che ogni giorno intendiamo sostenere e difendere. D’accordo col Segretario Regionale Bruno Astorre ed il Segretario Provinciale Rocco Maugliani, sarà sospesa dal Partito e ne sarà richiesta l’espulsione alla Commissione di Garanzia Provinciale. Ciò detto, chiederemmo gentilmente agli esponenti di Italia Viva di non coinvolgere tutto il Pd nelle esternazioni di natura personale di un solo iscritto, dalle quali sono state subito prese le distanze. Le posizioni ufficiali restano le stesse degli ultimi giorni: il Pd a favore del Ddl Zan, Italia Viva e la Lega contro, nonostante i tentativi di depistaggio».
Anche se temiamo che tutto quello che alla fine si ricorderà della polemica, saranno solo le polemiche, quell’insulto social a Scalfarotto e la rabbia dei social stessi
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