Insulti sessisti a Pina Picierno del PD per il crowdfounding: l’ex centrodestra Enzo Rivellini la prende in giro
Sta facendo discutere molto, probabilmente non come pensava la diretta interessata, la denuncia giunta ieri tramite Facebook da parte di Pina Picierno del PD. L’europarlamentare ha dato vita ad un’iniziativa impostata sul cosiddetto crowdfunding, una sorta di finanziamento che può arrivare dai suoi stessi sostenitori durante la campagna elettorale. Una sorta di listino prezzi, con cui si passa dai 100 euro per un caffè con lei, fino a 500 euro per una cena in cui dovrebbe essere presente anche lo staff che la segue dalle informazioni ottenute.
Chi segue la politica sa bene che l’idea di Pina Picierno non rappresenti certo una novità assoluta. Probabilmente si usa poco in Italia, mentre negli Stati Uniti è ormai una consuetudine. Sia per ottenere finanziamenti ormai bloccati con altri canali, sia per creare una relazione diretta diretta coi potenziali elettori. Eppure in questo frangente il crowdfunding è stato visto da diversi italiani, probabilmente legati a correnti politiche avverse al PD, in modo totalmente negativo. Al punto che la stessa Pina Picierno ha dedicato un post alla denuncia delle offese sessiste ricevute, come si potrà notare qui di seguito.
Si torna dunque a parlare di Pina Picierno dopo un nostro articolo del 2015, in cui prendemmo in esame una vicenda che la vide diretta protagonista. Insomma, ci sono due aspetti che dobbiamo prendere in considerazione su questa storia, come è stato riportato anche dal Secolo d’Italia poco fa con un apposito articolo. Da un lato la denuncia dell’europarlamentare del PD, dall’altro la replica arrivata poco fa da Enzo Rivellini, che ha pubblicato un video sul suo profilo Facebook.
Ebbene, il video di Enzo Rivellini, ex europarlamentare di centrodestra, sta facendo altrettanto discutere. Il motivo? Ha ignorato completamente l’ondata di insulti sessisti ricevuti da Pina Picierno, elemento che ha reso pubblico il crowdfounding, per deridere l’iniziativa in sé. Seguiranno, probabilmente, altre polemiche dopo il video in questione.
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