Ci segnalano i nostri contatti un improbabile post a base di grafene nei prodotti Rainforest Alliance, seguito da farina di insetti occulta e “farina di rana”. Ammettiamolo, quello sulla farina di rana è una burla ed anche autoconfessa di un account dedito a montaggi ironici (come apparizioni di alieni a Parigi pronti a distrarre l’attenzione dalle rivolte dei contadini per menare Sgarbi…), ma quella sul grafene no, o quantomeno pare essere presa sul serio.
Poco male, perché si trattano rispettivamente della parodia di una bufala e della bufala di cui è parodia.
Il primo post, quello sul grafene e gli insetti è sostanzialmente la riedizione una bufala che abbiamo visto in passato, una del ricco filone che condanna le aziende “green” accusandole di improbabili complotti.
La Rainforest Alliance è un marchio dell’ecosostenibilità raccomandato dal WWF, che investe ingenti risorse e capitali non solo nella protezione della Foresta Pluviale Amazzonica, ma nella creazione e sviluppo di una cultura e di una economia ecosistenibile e che rispetti l’ambiente.
Alla base di molte teorie “notutto”, oltre che una plateale influenza filorussa spesso abbiamo infatti visto anche un disprezzo colossale per l’ambiente. Teorie tra i complottisti prevedono combattere aspramente gli ambientalisti e negare ad oltranza il cambiamento climatico, proiettando il loro egosimo in bufale assurde per cui gli ambientalisti vorrebbero “costringerli” a passare all’auto elettrica a forza, mangiare insetti e ristrutturare le loro case, nascondendo un edonistico (e ci si consenta, poco religioso) desiderio di consumare senza fermarsi a riflettere.
Il logo della rana è scelto sia per l’oggetto principale del marchio, ovvero la Foresta Amazzonica, “Polmone Verde” del mondo da cui dipende buona parte della qualità dell’aria globale, sia dalla rana, un animale noto per essere un bioindicatore.
Ovvero un animale molto più fragile di quello che sembra che in caso elementi inquinanti vengano introdotti nel suo ambiente ne verrebbe a perire.
Già non ha senso avere un marchio dell’ecosostenibilità, approvato dal WWF.
Ma secondo le bufale che abbiamo esaminato ecco che un marchio dell’ecosostenibilità, in un mondo piagato dal complottismo, diventa una società satanica che inserisce nel cibo sostanze come l’atrazina, i vaccini ed ora anche il grafene e gli insetti, per non parlare della “farina di Rana”, ma questa per burla.
Opinabile anche il “possesso da parte di Bill Gates”, del tutto inesistente, se non per una donazione nel 2007, una goccia in un oceano di donazioni ad enti benefici per la causa ambientale: causa abbiamo già visto in odio a complottisti e disinformatori.
Partiamo dal presupposto che abbiamo visto più volte: ogni prodotto alimentare arriva con un’etichetta che ne contiene tutti gli elementi. Ovviamente mi diranno i complottisti nei commenti che i Poteri Forti potrebbero corrompere l’Unione Europea per stampare etichette mendaci, ma a questo punto avrebbero l’onere di mandare a loro spese campioni degli alimenti citati in diversi laboratori per ottenere i risultati.
E non potrebbero cavarsela dicendo che tutti i laboratori al mondo sono pagati dai Poteri Forti per mentire perché la bufala diventerebbe la celebre barzelletta del folle contromano in autostrada che accusa tutti gli automobilisti di essere indisciplinati.
Del resto non avrebbe senso nascondere la “farina di insetti”, perché ove fosse ammessa basterebbe riportarla in etichetta, e neppure avrebbe senso inserire il grafene nel cibo.
Con un costo al grammo tra diverse centinaia e diverse migliaia di dollari al grammo, un barattolo di Nesquik gusto grafene costerebbe quanto gli interi risparmi che potreste mettere da parte per mandare vostro figlio a studiare in America.
Si tratta quindi di bufale a sfondo complottistico.
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