Inghilterra, Svezia e Francia hanno permesso che in interi quartieri delle loro città venga applicata la legge islamica
Con il pretesto di lanciare l’ennesima invettiva contro l’Islam, declinando l’argomento con accostamenti tra la sharia, la politica dell’accoglienza e soprattutto i religiosi che professano messaggi di pace e uguaglianza, una utente Facebook ha pubblicato un post in cui mostra le immagini di una lapidazione accompagnate da un messaggio che nel calderone cita l’Inghilterra, la Svezia e la Francia. Questi 3 Paesi vengono indicati come teatri in cui alcune città sono diventate zone off-limits in quanto in alcuni quartieri esisterebbe una sorta di tolleranza verso la legge islamica.
Una giovane ragazza di 26 anni. Lapidata. Colpita sul capo e sul torace con grosse pietre da una masnada di folli islamici dopo essere stata legata e parzialmente sotterrata. La sua colpa? Essere stata accusata di adulterio (anche lo stupro viene considerato tale se la donna è sposata). Accusata. Tanto basta perché qualcuno possa decidere sulla sua vita e sulla sua morte.
Questa è la sharia.
Questo è il volto dell’Islam che i nostri politici e alcuni capi religiosi si ostinano a non comprendere, ammaliati dall’idea di una globalizzazione necessaria e del rispetto delle culture, tutte.
Inghilterra, Svezia, Francia (e non solo) hanno permesso che in interi quartieri delle loro città venga applicata la legge islamica. Zone off limit alla legalità ed al rispetto delle leggi e della cultura occidentale.
Non ci resta che attendere la prima lapidazione europea…
(Foto tratte da un docu-film che racconta la storia di Soraya, ragazza iraniana).
Il post era stato modificato
Un commentatore fa notare che le immagini che accompagnano il post sono fotogrammi tratti dal film The Stoning Of Soraya M. (2008) del regista Cyrus Nowrasteh, e infatti se controlliamo la cronologia delle modifiche del post scopriamo che in una prima versione l’autrice non aveva citato la fonte delle immagini.
Le zone off limits delle città europee
Le no go zone in Svezia
Delle “no go zone” avevamo parlato in precedenza, in particolare quando abbiamo pubblicato la nostra analisi sulla Svezia. Non è un caso che l’autrice del post faccia riferimento anche alla Svezia, perché la bufala sulla presa di potere del califfato e della conseguente guerra civile contro le No Go Area faceva tanto gola ai mendicanti del web come Stop Euro: si trattava, in realtà, di battaglie tra gang criminali. Ancora, della Svezia avevano parlato anche i colleghi di Butac quando i principali siti di disinformazione avevano scambiato una manifestazione per l’Ashura, una manifestazione che secondo alcuni islamici ha carattere luttuoso e secondo altri è un’occasione di festa.
Alle bufale circa le no go zone in Svezia, territori nei quali non potrebbero entrare nemmeno le forze dell’ordine, la redazione di Snopes aveva dedicato un intero dossier che vi invitiamo a leggere a questo indirizzo. I bufalari italiani, tra i quali gli immancabili autori di Voxnews, avevano tentato di parlare di no go zone italiane e con una nostra analisi avevamo scoperto che le no go zone non esistono.
Le no go zone in Inghilterra
Nel 2015 un’immagine in circolazione sui social (ne avevamo parlato anche noi) mostrava un banchetto allestito da donne che indossavano il burqa. La foto era stata scattata il 7 marzo 2015 nel quartiere di Dalston di Londra in un momento in cui un gruppo di persone tentava di convincere la popolazione a non votare in vista delle elezioni generali del Parlamento del Regno Unito che si sarebbero tenute il 17 maggio 2015. Il loro scopo, soprattutto, era convincere la gente ad attenersi alla Sharia, un tentativo caduto nel vuoto e ridotto ad un episodio isolato.
Da quel momento la psicosi si è diffusa ed evoluta, fino alla convinzione dell’esistenza di no go zone anche nel territorio britannico, una realtà mai accertata e smentita a più riprese specialmente da fact-checkers locali. Era il 2018, per esempio, quando l’esperto di sicurezza e terrorismo Dan Kaszeta scriveva su Belling Cat – un sito di debunking – che le mappe delle no go zone inglesi non avevano fondamento. L’indagine, nello stesso periodo, aveva trovato forza da un’inchiesta condotta dall’Independent che evidenziava la preoccupante convinzione dell’esistenza di zone off limits controllate da islamici che avevano imposto la sharia in varie zone del Regno Unito.
Le no go zone in Francia
Per l’ennesima volta è stato necessario l’intervento di Snopes per parlare proprio delle bufale che parlavano della presenza di una serie di no go zone nelle principali città europee, tra le quali figurava la Francia. Tutto era partito nel 2015 quando un sedicente esperto di terrorismo che rispondeva al nome di Steve Emerson aveva riferito al Telegraph dell’esistenza di queste no go zone, caldeggiato dall’ambasciatore (oggi ex) francese in Israele, ONU e Stati Uniti Gérard Araud, che a colpi di tweet sosteneva che il problema delle no go zone era un fenomeno diffuso.
Tuttavia, la confusione e i rumors sulle no go zone erano frutto di un difetto di traduzione del significato di ZUS, dunque le zone urbane sensibili in termini di disoccupazione, criminalità, povertà e altri disagi, non certamente le zone con alta densità di fedeli islamici come lo stesso portale governativo riportava.
Dunque le città sono tutte al sicuro? Nessuno lo ha affermato, e tutti sappiamo che in termini di sicurezza ogni città ha i suoi quartieri più difficili, nei quali la presenza dello Stato si avverte meno rispetto ai centri più nevralgici e per i quali le forze dell’ordine riconoscono una certa priorità di intervento. Non è mai stato confermato, tuttavia, che esistano zone in cui la Sharia abbia vinto imponendosi contro la legge dello Stato, impedendo dunque l’accesso alla Polizia.
Le no go zone fanno parte della retorica anti-islamica, come accade nel post che oggi abbiamo analizzato. La Sharia è sì liberticida, ma non vige in alcun quartiere di alcuna città europea. Le no go zone non esistono.
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