Editoriale

Infermieri minacciati di morte, FNOPI querela: il senso dei novax per “la libertà di parola”

“Infermieri minacciati di morte” non è quel genere di notizia che volevamo vedere. Ma ce la aspettavamo. Purtroppo sapevamo che il livello di barbarie in cui siamo piombati sarebbe arrivati a tanto.

Da passare da orde di persone a postare “hashtag: medicieroi” a novax furiosi che minacciano infermieri e medici ci voleva molto poco.

Già durante la prima ondata avevamo visto biglietti minatori e minacce, durante la seconda novax pronti a inseguire ambulanze e girare per i parcheggi degli ospedali urlando che siccome non gli facevano vedere i malati “non c’era il coviddi”.

Ogni singolo giorno sulla nostra pagina, sotto ogni singola notizia sui vaccini, arriva un improvvisato flash mob di novax che si danno il passaparola nei loro gruppetti chiusi con commenti assurdamente uguali, e tutti secondo lo stesso copione.

Copione così identico che basta mettere un filtro sulle parole chiave del primo commento e ne filtri automaticamente una cinquantina minimo.

Dapprima arriva un’avanguardia ad accusarci di “fomentare odio”, a “chiedere un dialogo” (solitamente vomitandoci addosso link già esaminati come bufale chiedendone ossessivamente di ridiscuterne ancora ed ancora, con puro spirito di sealioning) per poi, esauriti i copincolla, passare alle più brutali minacce di morte, insulti ai nostri lettori e ai nostri cari, sguaiati auguri di morte con corteggio di emoticon risata dei civili “paladini della libertà di parola novax”.

E non crediate lo facciano solo nascosti dietro un monitor, no.

Cosa che hanno scoperto medici ed infermieri in questi tempi di pandemia.

Infermieri minacciati di morte, FNOPI querela

Il medico e l’infermiere sono, loro malgrado, il parafulmine perfetto di ogni ondata pandemica. Sono le persone che il novax tipico ha di fronte, non lontane come chi decide nei centri di comando, e non in una redazione giornalistica.

Cosa che, dicevamo, non gli impedisce di minacciare fact checker e giornalisti salvo poi pubblicare deliranti post in cui si scambiano consigli su come bloccare entrambe le categorie preventivamente per evitare le conseguenze delle loro azioni.

Lo ha scoperto Samanta Grossi, presidente dell’Ordine degli Infermieri di Treviso, minacciata di morte con messaggini a mezzo WhatsApp e inviti a non “farsi vedere per strada” e annunci che l’improbabile “Norimberga 2”, il processo inventato più pazzo del mondo che avrebbe dovuto condannare a morte medici, infemieri e politici già un mese fa l’avrebbe investita.

Lo ha scoperto il Presidente dell’Ordine degli Infermieri di Pordenone, subissato da non meno improbabili mail di minacce, anche di (frivole) azioni legali per impedirgli di spendersi per la giusta causa della profilassi vaccinale (improbabili anche perché del tutto anonime: forse Norimberga 2 accetta il patrocinio dei supereroi mascherati?).

Cosa unisce i due dottori, Grossi e Clarizia?

Entrambi hanno dato mandato ai loro legali, questa volta reale, per trascinare i novax minacciosi in un tribunale realmente esistente e fare in modo che paghino per le loro azioni.

“Avrei preferito che l’autore del messaggio avesse chiesto un dibattito al quale di certo non mi sarei sottratto – prosegue il presidente dell’Opi Pordenone –, non c’è volontà di confrontarsi civilmente, ma di intimorire e lanciare avvertimenti”

Dichiara il Dottor Clarizia

Mentre la dottoressa Grossi aggiunge

“È rimasto lo zoccolo duro, non sono più no vax, sono semplicemente dei complottisti e con queste persone non è possibile un dialogo costruttivo e scientifico.”

Queste segnalazioni, ormai una costante in tutti gli ordini locali, hanno spinto la FNOPI, la federazione nazionale, ad agire

“In questi ultimi giorni si sono verificati casi di minacce, anche di morte, verso alcuni presidenti degli Ordini degli infermieri che hanno applicato la legge allontanando dagli assistiti i no-vax e hanno applicato il Codice deontologico che presuppone che il primo dovere di un infermiere sia quello di essere vaccinato per garantire la massima tutela della salute delle persone. Altrimenti non è possibile un’assistenza di qualità e secondo l’etica professionale”

E la FNOPI al riguardo non può che annunciare pesanti azioni legali.

Credo sia il caso di prendere esempio.

 

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