Infermiera cacciata di casa da una coppia negazionista che ne aveva bisogno
Arriva un’altra perla oggi 10 aprile dal mondo negazionista del Covid, almeno stando alla ricostruzione giunta dalla diretta interessata che in questo caso è addirittura un’infermiera. Vista la natura della news, ve la diamo come “editoriale” e non come “notizia vera”, anche se i dettagli trapelati in queste ore sembrano lasciare poco spazio ai dubbi. In particolare, dopo la vicenda del negazionista di Torino che ha spintonato l’autista dell’autobus, come vi abbiamo riportato di recente sul nostro sito, oggi tocca esaminare un’altra storia.
La ricostruzione dell’infermiera cacciata da una coppia negazionista
Partiamo proprio dalla fonte, perché il racconto odierno ci arriva direttamente da La Stampa. Gli aggiornamenti pervenuti da Piossasco, nella città metropolitana di Torino, ci parlano di una coppia negazionista del Covid che avrebbe chiamato un’infermiera per ottenere assistenza medica. La donna in questione è solita prestare servizio anche a domicilio, soprattutto in un periodo del genere in cui recarsi in ospedale non è cosa né semplice, né particolarmente consigliata.
Con senso di responsabilità, la stessa infermiera ha chiesto ai due di indossare la mascherina, anche perché lei per il tipo di lavoro e per la posizione che ricopre è a contatto quotidianamente con un elevato numero di persone potenzialmente positive. Una volta arrivata la richiesta dall’operatrice sanitaria ed appreso che la donna non avrebbe prestato servizio senza che questo requisito fosse soddisfatti, la coppia negazionista ha preso una decisione estrema.
Come riportano le fonti, infatti, l’infermiera sarebbe stata letteralmente cacciata di casa dalla coppia negazionista, al punto da non poter fare l’iniezione per la quale era stata chiamata dai due in un primo momento. Nessuno in casa ha voluto indossare la mascherina, nonostante la cosa comportasse un pericolo in primis per la loro salute, fino a quando le due posizioni si sono rivelate inconciliabili. Racconti di un’Italia che non evolve.
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