Incoronato il campone del VGC Pokémon a Bologna, e gli AF dimostrano perché siamo 40 anni indietro negli eSport

di Shadow Ranger |

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Incoronato il campone del VGC Pokémon a Bologna, e gli AF dimostrano perché siamo 40 anni indietro negli eSport Bufale.net

Incoronato il campone del VGC Pokémon a Bologna, e gli AF dimostrano perché siamo 40 anni indietro negli eSport: questo il riassunto dei social, in un’Italia che non è cambiata negli ultimi quaranta anni, anzi peggiorata e involuta.

Era il 1982 quando in un mondo che cominciava a riconoscere tutela al videogame, la Pretura di Torino in assenza di norme aggiornate sul diritto di Autore li definiva “aggeggi nati per sollevare dalla noia gente sfaccendata” (Pretura di Torino, 25 maggio 1982).

Incoronato il campone del VGC Pokémon a Bologna, e gli AF dimostrano perché siamo 40 anni indietro negli eSport

Incoronato il campone del VGC Pokémon a Bologna, e gli AF dimostrano perché siamo 40 anni indietro negli eSport

Siamo nel 2024: gli eSport sono una disciplina sportiva a tutti gli effetti, impegnativa come e più gli scacchi, e quando abbiamo dei giovani campioni pronti a entrare in un circuito competitivo li buttiamo in pasto ai leoni da tastiera esibendo il paradosso di persone che danno ad un campione sportivo dello sfaccendato compiendo quello che a tutti gli effetti è la suprema affermazione del concetto di essere uno sfaccendato che cerca di sollevarsi dalla noia: comportarsi da leone da tastiera.

Incoronato il campone del VGC Pokémon a Bologna, e gli AF dimostrano perché siamo 40 anni indietro negli eSport

Partiamo da un concetto: stiamo parlando di un gioco complesso, così tanto da avere ormai bisogno di sistemi adeguati di protezione dal cheat.

Pokémon ha smesso ormai da anni di essere un “giochino semplice”, ammesso lo sia mai stato.

Con sette regolamenti diversi solo nella corrente stagione di gioco (siamo arrivati al Regolamento G, preceduto dai regolamenti A, B, C, D, E ed F), distinti per il numero di creature virtuali utilizzabili, la vittoria è decisa da sfide in doppio (quattro Pokemon per campo di gioco scelti in una squadra di sei, al meglio dei tre) scelti tra circa ottocento bestiole disponibili, ognuna allevabile e addestrabile con quattro possibili mosse e diverse combinazioni statistiche (IV, gli individual values ottenibili mediante allevamento in gioco, gli EV, gli Effort values, punti addizionali assegnabili ad una determinata statistica mediante addestramento degli animali virtuali e/o l’uso di oggetti in gioco, le Nature, un modificatore ottenibile per allevamento o oggetti di gioco che modifica le sei statistiche principali legate ai sei possibili IV, ovvero Punti Salute, Attacco, Difesa, Attacco Speciale, Difesa Speciale, Velocità), nonché diciotto “elementi” variamente forti o deboli rispetto agli altri come in una partita di Carta, Forbice, Sasso dall’infinita complessità (Acqua, Terra, Fuoco, Erba, Elettro e così via, fino a Folletto e Acciaio) più diciannove Teratipi (un tipo “addizionale” che si sovrappone al tipo principale mutandone le reciproche debolezze, pari ai diciotto tipi più il Teratipo Astrale), oltre un “oggetto” da assegnare per ulteriori vantaggi.

Estratto da una sfida tipica

Estratto da una sfida tipica

E se a questo punto vi siete persi, posso ancora rincarare la mano parlando di archetipi, ovvero i tipi principali di strategie basate su determinati Pokemon “favoriti” nel Meta, ovvero nel gioco e su come determinate statistiche e determinate interzioni possano rendere una strategia viabile.

Posso indicarvi come siti come Pikalytics e Smogon contengano elenchi di strategie, statistiche di uso ed altri dati che un “e-sportivo” dovrà usare per allenarsi a livello competivo.

Esemplare aaddestrato in Formato F

Esemplare aaddestrato in Formato F

Capirete che a questo punto non c’è niente da ridere: eppure quando Ruben Gianzini ha vinto a soli sedici anni la kermesse Bolognese, ottenendo così 200 punti campionato e un posto ai Mondiali del 2024, la salva di faccine ridenti della maleducazione social l’ha lapidato.

Unito ai soliti inviti a diventare “campione di pi**e”, simpaticherie a base di “fughe di cervelli mentre ci teniamo i campioni di Pokemon”, gente che propone di “non fargli una statua” e che magari sarebbe di tutt’altro andazzo dinanzi al calciatore famoso di turno, cortesi utenti che decidono che è un “campione de che…cagata” e altre cose che ci riportano indietro di 40 anni.

In un mondo in cui gli eSport sono un indotto da milioni di euro, siamo ancora al palo del “videogioco passatempo per gente sfaccendata”.

Insomma, non solo abbiamo perso più volte il treno della tecnologia, ma ci dimostriamo pronti a farle il verso mentre essa ci lascia indietro.

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