Approfondimento

Incinta senza tampone, non la possono visitare e perde il bambino: chiesta un’indagine interna

Era incinta ma senza tampone, per questo non è stato possibile visitarla presso il reparto di Ginecologia dell’ospedale di Sassari. Il caso fa ancora discutere, perché per una giovane mamma vaccinata ma senza esito negativo di un tampone molecolare, non è stato possibile accedere al reparto e ricevere assistenza. Lei, A.N, accusava lievi perdite e dolori addominali. Poco dopo la mancata visita ha avuto una grave emorragia e ha perso il bambino. Una storia che fa rabbrividire, certamente, ma che allo stesso tempo presenta una serie di sfumature che è bene considerare per dovere di cronaca. Approfondiamo insieme.

La Nuova Sardegna ha riportato tutti i dettagli della vicenda in questo articolo pubblicato il 10 gennaio, raccogliendo le testimonianze del marito e del primario di Ginecologia.

La vicenda

A.N. si è presentata il 9 gennaio al Pronto Soccorso Ostetrico di Sassari, in viale San Pietro, accusando dolori addominali e lievi perdite. A consigliarle una visita è stata un’amica medico, specialmente perché i crampi addominali sono sempre più forti.

Arrivati alla struttura, i due spiegano all’ostetrica la situazione e alla donna viene chiesto se sia vaccinata e se abbia fatto un tampone molecolare prima di presentarsi al triage. Considerata l’urgenza, la donna – vaccinata e in attesa della terza dose – non ha ancora effettuato un molecolare e per questo l’ostetrica telefona al medico del reparto, al quarto piano. La Nuova Sardegna riporta le dichiarazioni del marito:

Dopodiché riferisce a mia moglie che non poteva essere visitata, perché per accedere occorreva un tampone molecolare. ‘Non si può fare subito?’ Chiediamo. La risposta è che prima di lunedì sarebbe stato impossibile. In ogni modo ci tranquillizza dicendoci di tornare pure a casa, monitorare la perdita, e qualora dovesse aumentare, di ripresentarsi immediatamente.

Poco dopo, come è noto a tutti, mentre la coppia si trova ancora al parcheggio del Pronto Soccorso si consuma la tragedia: le perdite si fanno copiose e la donna perde il bambino. È la donna stessa a commentare l’accaduto:

So benissimo che queste cose durante il primo mese possono capitare. E non voglio dire che una visita avrebbe potuto cambiare il destino. Ma io mi sento profondamente triste e arrabbiata, perché ciò che mi è mancata è stata la comprensione umana. Mi sono sentita messa da parte, perché penso che una visita a una mamma che sta male, che aspetta questo tesoro da cinque anni, sia un diritto sacrosanto. Mi avrebbe aiutato ad accettare tutto con meno amarezza.

L’Unione Sarda ha inoltre ricevuto nuove dichiarazioni del marito, che ha precisato che la coppia era stata lasciata in attesa per 20 minuti dall’ostetrica che “dopo una nostra sollecitazione ci ha risposto che si era dimenticata di telefonare al quarto piano”. 

La risposta del primario

Sempre La Nuova Sardegna ha raccolto le dichiarazioni del primario di Ginecologia, Giampiero Capobianco, che riferisce:

In queste settimane siamo stati costretti a correre ai ripari. Un cluster interno sarebbe un disastro, dobbiamo proteggere le altre donne ricoverate in attesa di partorire. Per questo i casi più semplici, in assenza di un tampone, cerchiamo di risolverli nel pre-triage. La paziente ha parlato di una lieve perdita e di dolori addominali, è una situazione purtroppo frequente a 3-4 settimane di gravidanza, e gestibile a casa. La nostra raccomandazione è stata quella di tornare immediatamente, qualora l’emorragia non passasse o aumentasse. Noi vorremmo poter visitare tutti come prima, ma dobbiamo preservare il reparto. Nei giorni scorsi, grazie allo screening molecolare preventivo, siamo riusciti a intercettare otto donne positive. E le abbiamo potute gestire nella nostra area Covid. Ci dispiace davvero per quello che poi è accaduto alla paziente. Ma, è triste dirlo, noi non avremmo potuto cambiare le cose. Non almeno in una fase così prematura del feto.

Una denuncia e un’interrogazione parlamentare

Nella serata di ieri, 14 gennaio, Ansa ha riportato l’intenzione della coppia di presentare una denuncia in Procura “nei prossimi giorni, forse già domani (oggi, sabato 15 gennaio 2022, ndr)” e il senatore di Forza Italia Enrico Aimi ha annunciato un’interrogazione parlamentare sul caso sulla sua pagina social“Il Ministro deve chiarire cosa non ha funzionato e quali misure si intendano adottare per evitare che simili episodi si ripetano”.

Richiesto un audit interno dalla direzione dell’AOU di Sassari

Nel frattempo Casteddu Online, in un articolo del 14 gennaio, scrive che nei prossimi giorni presso la struttura di Sassari potrebbero arrivare gli ispettori del Ministero della Salute. Sempre il 14 gennaio, infine, una nota stampa pubblicata sul sito istituzionale dell’AOU Sassari riporta che la direzione strategica ha chiesto un audit interno per ricostruire la vicenda e stabilire quali siano le responsabilità dell’azienda e dei suoi dipendenti:

«La direzione strategica ha richiesto alle strutture aziendali di riferimento l’avvio di un audit interno con tutti i soggetti interessati perché si possa fare chiarezza su quanto sia effettivamente avvenuto». È quanto fa sapere la direzione dell’Aou di Sassari, che interviene sulla vicenda relativa alla giovane donna che ha dichiarato alla stampa di aver avuto un aborto spontaneo nei parcheggi situati vicino alla clinica, dopo essere stata al pronto soccorso della Ginecologia e Ostetricia.

«Siamo dispiaciuti per quanto accaduto alla signora», conclude la direzione.

Il caso dell’aborto subito dalla donna incinta, ma senza tampone e per questo non accettata nel reparto, è dunque oggetto di indagine da parte dell’AOU di Sassari. Seguiranno sviluppi.

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