Incendi a Siracusa, arrestati due pastori, progettavano un terzo rogo
Al riguardo degli incendi a Siracusa, converrà ricordare una pagina di “Padre Padrone”, il romanzo di Gavino Ledda, glottologo e figlio di pastori barbaricini.
Nel romanzo egli descrive i vizi e le virtù dell’ambiente rurale contadino, e in un capitolo si sofferma proprio sulle tecniche usate per appiccare roghi. Per dispetto, ripicca o guadagno, per “liberare” terra da pascolo rapidamente.
Questo capitolo viene in mente leggendo le avventure di un padre e figlio siciliani, 60 e 27 anni, pastori. Originari di Catania ma con una azienda agricola a Buccheri, sono stati ritrovati in possesso di fucili, pallottole e una tanica di gasolio, probabilmente parte dell’attrezzatura usata per gli incendi.
I due sono stati riconosciuti responsabili di due incendi a Siracusa per l’apposito scopo di ottenere nuovi pascoli e terreni sgombri risparmiando sul foraggio.
Entrambi sono stati identificati, secondo quanto riconosciuto dalla Procura di Siracusa, in diverse intercettazioni mentre pianificavano le modalità migliori per appiccare i roghi, tenendo presente condizioni del vento e del clima.
Le accuse a loro carico sono piuttosto gravi, anche perché i roghi appiccati hanno lambito l’abitato e, a fronte di due roghi appiccati con una metodicità tale da ingenerare il sospetto, ne era in pianificazione un terzo.
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