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In Nomine Dei – La strage di Altavilla Milicia, dall’inizio

È il 26 febbraio 2024 e i tasselli utili per ricostruire la strage di Altavilla Milicia (Palermo) sono ancora sul tavolo degli inquirenti, in ordine sparso. Alla mezzanotte e 37 di domenica 11 febbraio a Casteldaccia – sempre in provincia di Palermo – Giovanni Barreca, 54 anni, parcheggia la sua auto di fronte al bar Tebí e compone il 112. “Buonasera, mi devo consegnare”, dice al carabiniere che ha risposto. “Perché si vuole consegnare?”, gli chiede il militare. “Pure che ve lo dico non ci crederete” e no, non è facile credere a quella voce che inizia a parlare di spiriti, morte e volontà di Dio. Così inizia la strage di Altavilla Milicia, un piccolo comune in provincia di Palermo dal quale Barreca è partito in piena notte per poi fermare la sua corsa dopo appena 6 chilometri, di fronte a quel bar.

La telefonata al 112

Giovanni Barreca compone il 112. Quando il carabiniere risponde, il muratore e imbianchino di 54 anni dice:

Buonasera. Mi devo consegnare. Pure che ve lo dico non ci credete… ve lo dico lo stesso. Quando uno vuole fare la volontà di Dio gli spiriti si ribellano. Mia moglie era posseduta. Cioè, in pratica è morta mia moglie.

Spiriti? Posseduta? Morta? Il carabiniere dall’altra parte fa fatica a comprendere. “Gli spiriti?”, gli chiede. Barreca continua:

Gli spiriti mi hanno bloccato pure la macchina e sono qua a Casteldaccia. Diciamo uscendo dall’autostrada… verso…  andare dentro Casteldaccia… no… sempre dritto.

Voleva compiere la volontà di Dio ma gli spiriti gli hanno bloccato la macchina. Questo, dice. Sua moglie è morta, dice. Non è finita. Giovanni Barreca continua:

Sono in campagna e c’ho… forse unica speranza che c’ho mia figlia perché ho dovuto scappare (sic) perché io credo in Dio. Ho dovuto scappare (sic)… perché i demoni mi stavano mangiando pure me. C’ho a mio figlio… a due morti e una l’ho lasciata lì perché è dovuto scappare perché si stavano… aspetta io gli devo… gli voglio dire che il mondo spirituale non è come quello carnale, capito? Io voglio fare la volontà di Dio.

Il militare gli domanda: “E qual è la volontà di Dio?”. Barreca risponde:

La volontà di Dio è fare le cose giuste. Vivere e amare il prossimo come te stesso.

Poi inizia a piangere, il militare gli dice che una pattuglia andrà a prenderlo. Giovanni lo ringrazia. Perché spostarsi a Casteldaccia? Lo spiega un articolo di Gazzetta del Sud, in questa pagina.

Il ritrovamento dei corpi

Mentre una pattuglia si avvia verso il bar Tebì di Casteldaccia di fronte al quale Giovanni Barreca attende dentro la sua auto, un’altra pattuglia arriva nella sua villetta di Altavilla Milicia. Lì i militari scoprono l’orrore. In una stanza c’è un cadavere, è in posizione supina coperto da un telo ai piedi del letto. Si chiama Emmanuel, ha 5 anni. Nel soggiorno c’è un altro cadavere, ha mani e piedi legate dietro la schiena con una catena, si trova dietro il divano. Si chiama Kevin, ha 16 anni. (“C’ho a mio figlio. A due morti”). In un’altra stanza c’è una ragazza. Ha 17 anni ed è viva (“forse unica speranza è che c’ho mia figlia”). Si racconta che la ragazza è stata trovata in stato di choc, ferma sul suo letto e con lo sguardo perso nel vuoto. Hanno fatto un esorcismo”, avrebbe detto ai militari. HannoEsorcismo?

E poi? (“Mia moglie era posseduta. Cioè, in pratica è morta mia moglie”). Nel pomeriggio di domenica 11 febbraio i carabinieri rinvengono un corpo in aperta campagna, sepolto dal terriccio e con alcuni oggetti accanto. È quello di Antonella Salamone, 44 anni. È la moglie di Giovanni Barreca, ed è stata bruciata.

Gli arresti

“Mio padre era convinto che la casa fosse infestata dal demonio”, dice la 17enne agli inquirenti che la interrogano e che l’hanno strappata a quell’orrore. Anche Giovanni Barreca parla, e fa i nomi di Massimo CarandenteSabrina Fina. Sono una coppia residente nel quartiere di Sferracavallo a Palermo e nei giorni dell’orrore si trovavano all’interno della sua villetta. I carabinieri fermano i coniugi, i “fratelli di Dio” o “fratelli in Cristo”, come loro stessi si qualificano. I tre adulti vengono arrestati con l’accusa di omicidio e soppressione di cadavere.

L’esorcismo

Cos’è successo nella villetta dei Barreca ad Altavilla Milicia? Un esorcismo, a quanto pare, operato dai coniugi Fina-Carandente e dallo stesso Giovanni Barreca. Lo racconta anche la figlia 17enne. La Santa Sede, nella persona di fra’ Mauro Billetta dell’arcidiocesi di Palermo, prende subito le distanze dalla vicenda sull’Avvenire: “(L’esorcismo) è un sacramentale esercitato a nome della Chiesa tutta, da un sacerdote nominato dal vescovo, all’interno di un rituale”, non certamente da un laico. E i tre adulti protagonisti della vicenda non indossano l’abito talare: Barreca (come già detto) lavora nell’edilizia, Carandente è un life coach e Fina vende prodotti per il benessere.

Sabrina Fina dice: “I Barreca avevano un grave problema, noi li aiutavamo. Il figlio maggiore era aggressivo”, poi si chiuderà nel silenzio. Le notizie battute nei giorni seguenti parlano di rituali di purificazione, una narrazione rafforzata dalla testimonianza di una vicina di casa che ai giornalisti racconta che Giovanni Barreca “parlava sempre di Dio e di demoni”.

Il colpo di scena: la 17enne da vittima a complice

Il 14 febbraio la figlia 17enne di Giovanni Barreca ribalta tutto: ha partecipato ai fatti. La ragazza confessa di aver preso parte all’esorcismo e alle torture inflitte sulle vittime. Sarà il procuratore Ambrogio Cartosio, in una conferenza stampa tenutasi il 16 febbraio, a rivelare i dettagli riferiti dalla giovane. “Credo in Dio e nei demoni. Il diavolo era entrato in casa. Era nei miei familiari. Lo rifarei, avrebbe detto.

Si scopre, quindi, che all’arrivo delle forze dell’ordine la ragazza non si trovava in stato di choc, sveglia, in posizione fetale sul suo letto: la 17enne dormiva con accanto i telefoni cellulari di Kevin e Antonella Salamone.

La mattanza

La cronistoria del dramma è ripresa da Leggo da un’infografica del Messaggero. L’escalation di delirio e morte ha inizio nel mese di gennaio, quando Giovanni Barreca conosce Sabrina Fina e Massimo Carandente sui social, gli stessi canali dai quali il muratore seguiva il sedicente “ministro di Gesù Cristo ripieno dello Spirito Santo” Roberto Amatulli, che da subito ha preso le distanze dalla vicenda.

Dettaglio interessante è l’appartenenza di Barreca, Fina, e Carandente agli Evangelici. Sabrina fina in almeno due occasioni ha postato contenuti nel gruppo Facebook ufficiale, ma l’adesione al gruppo di preghiera risale a un periodo precedente la strage di Altavilla Milicia e non è mai stata costante. Lo riferisce il santone cui la coppia faceva capo, Samuele Cascio. Don Patriciello su Avvenire, inoltre, sottolinea che l’apostolato degli Evangelici non prevede esorcismi e tanto meno torture per scacciare il demonio. Come si sono svolti i fatti?

04 febbraio – Carandente e Fina arrivano in casa Barreca
05 febbraio – Kevin e Emmanuel sono assenti da scuola
08/09 febbraio – Antonella Salamone viene uccisa e il suo corpo viene bruciato
09/10 febbraio – Emmanuel e Kevin vengono uccisi
11 febbraio – Giovanni Barreca telefona al 112 da Casteldaccia

Antonella Salamone, secondo la ricostruzione, è stata colpita ripetutamente sulla schiena con una padella, ustionata col phon e con le pinze ardenti del camino. Al supplizio ha assistito la figlia 17enne, alla quale Antonella avrebbe chiesto ripetutamente di chiamare i carabinieri ma senza essere assecondata. Poi è arrivato il turno di Emmanuel, alle cui torture avrebbe partecipato Kevin. I dettagli vengono raccontati dalla figlia superstite:

Lo torturavano con l’asciugacapelli, gli avevano dato il caffè amaro con una siringa per farlo vomitare. Prima l’hanno anche legato sopra al materasso per liberarlo. Loro dicevano di non vedere un bambino di 5 anni ma un demone.

Poi è toccato a Kevin. Il 16enne “è stato picchiato” e “legato con una catena piena di ruggine, cavi e fili”. Infine, gli improvvisati esorcisti avrebbero puntato la 17enne che si è poi rifugiata nella sua stanza fino all’arrivo delle forze dell’ordine. Il motivo per cui i coniugi e Barreca abbiano risparmiato la giovane è ancora un mistero, anche se la stessa racconta che dopo la morte dei fratelli e della madre, il trio avrebbe cominciato a farle domande: “Chi sei? Da dove vieni?”, creando le premesse per un altro drammatico esorcismo. Per questo motivo la 17enne si sarebbe chiusa in camera. Viene fuori, inoltre, che la ragazza avrebbe chattato con le amiche e usato il cellulare di Kevin nei giorni dell’orrore.

Le ipotesi sul movente

Oltre all’ossessione religiosa di Giovanni Barreca, gli inquirenti puntano i riflettori sulla coppia di Sferracavallo. Secondo un conoscente, Fina e Carandente si sarebbero trovati in difficoltà economiche da dicembre 2023 quando hanno perso il Reddito di Cittadinanza, per questo sarebbero ricorsi ad ogni espediente per poter incrementare le entrate non più sufficienti con le vendite dei prodotti da parte di Sabrina Fina e con la pensione di invalidità – non è dato sapere per quale patologia – percepita da Massimo Carandente.

A scatenare la strage di Altavilla è stato il fanatismo religioso o gli interessi economici della coppia palermitana? Forse entrambe le cose? Mentre scriviamo non è appurato, ma negli ultimi giorni è emerso che la coppia potrebbe rompere il silenzio ed esporre la propria versione.

Conclusioni, per ora

Dall’inizio della vicenda Sabrina Fina e Massimo Carandente respingono le accuse, e la loro versione potrebbe arrivare nei prossimi giorni. Giovanni Barreca mette in difficoltà il suo avvocato, che riferisce che il suo assistito “non è consapevole della sua condizione. Ha come quadro costante davanti ai suoi occhi l’obiettivo raggiunto: avere sconfitto il demonio”. L’unica indagata che ha raccontato i fatti, per il momento, è la figlia 17enne del muratore 54enne.

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