In Germania, come anche talora da noi hanno un problema.
La quarantena obbligatoria per i pazienti COVID-positivi o per coloro che viaggiano da e attraverso zone di rischio è purtroppo una necessità.
Ma purtroppo il negazionismo COVID19 si spinge anche a negare la stessa quarantena.
E anche da noi spesso si viola la quarantena per semplice sottovalutazione o faciloneria: negli ultimi mesi abbiamo visto positivi, e contagiosi, recarsi tranquillamente al Supermercato, in Posta e persino sorpresi nel tentativo di avere convegno amoroso con l’amante.
E non è un problema solo Italiano.
Ad esempio in Germania si sono posti lo stesso problema. Tra le sanzioni per inottemperanza a obblighi di legge e pubblica sicurezza e il nulla non ci sono norme intermedie.
O la multa e la reclusione, o il nulla.
In Germania si è così decisa una via di mezzo sulla quale il Complottismo ha levato le sue mani.
Lo Schleswig-Holstein meditava già di
raccogliere i cittadini mostratisi a più riprese irrispettosi dell’ordine di quarantena o d’isolamento sui terreni di un penitenziario giovanile a Neumünster, fanno sapere fonti del parlamento locale al domenicale tedesco. La detenzione sarebbe però preceduta da un avvertimento della polizia.
Va ricordato che il ricovero forzato era già previsto dalle norme tedesche, come appannaggio dei comuni che
si occupano in maniera decentralizzata e autonoma di far rispettare l’obbligo di quarantena o isolamento. Ciò avviene per mezzo di avvertimenti, multe salate e – come già oggi accade in casi estremi – con ricoveri forzati.
La differenza è che alcuni Länder hanno avocato a sé il diritto di decidere, ma sempre con le stesse garanzie, della misura a livello di Länd, quindi federale e non comunale.
Pletore di avvertimenti sociali invitano gli utenti a “cercare su Internet” le notizie, con malcelata acredine e disistima verso l’informazione ufficiale e il fact checking, rei di aver individuato altri casi in cui… beh, eravamo nel campo delle informazioni non verificate.
Pletore di avvertimenti molto cortesi: ci forniscono gli strumenti per dichiarare che le fonti usate sono spesso tradotte in modo arbitrario.
Analizziamo dunque le fonti: un articolo di NDR e un videoarticolo di The Bild.
Additati come fonte dell’esistenza dei “presunti lager” di fatto ne negano l’esistenza.
Un paragrafo del primo articolo intitolato infatti la struttura è l’ultima risorsa (enfasi: ultima risorsa) ci conferma infatti
Alla fine la scelta su un alloggio ordinato dal Dipartimento della Salute spetta al Tribunale. Secondo l’Infection Protection Act, questo è l’ultima risorsa. E implica che qualcuno debba rifiutarsi nettamente di aderire alle richieste, le violazioni vadano dimostrate e ogni tentativo di ottemperanza deve essere stato infruttuoso.
Contrariamente alla vivace descrizione dei Lager, sono semplicemente strutture di ricovero forzato: il degente in trattamento sanitario obbligatorio ha pieno accesso all’esterno, può munirsi di cellulari e computer portatili di proprietà ma, ovviamente per una quarantena, non può uscire dalla struttura prima dell’esito stesso della quarantena.
Anche Bild conferma che si parla di casi limite: dove tutto ha fallito, un Tribunale deciderà per l’equivalente locale di un Trattamento Sanitario Obbligatorio che sarà seguito in idonea struttura, e mai per tempo superiore alla quarantena stessa.
Ma conveniamo, parlare di lager suscita più viralità.
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