In fiamme la Moskva, e con esso parte dell’orgoglio della macchina bellica del Cremlino. In quella guerra che secondo la Duma guerra non è, in una “operazione speciale di denazificazione” protrattasi da ormai oltre un mese le fiamme della Moskva cambiano tutta la narrazione.
C’è solo una cosa certa: la Moskva è in fiamme, al largo dell’“Isola dei serpenti” centro di un altro scontro contestatissimo in questa guerra.
Secondo la Russia, vittima di un incendio di bordo che, escludendo quindi la narrazione dell’attacco Ucraino, incolperebbe gli stessi marinai dell’evento.
In ogni caso parliamo della fine, o della distruzione di fatto, di un pezzo dell’orgoglio bellico Russo, un Incrociatore di classe “Slava” armato di missili antinave e antiaereo, aggiornati costantemente nel tempo dagli originali Balzalt ai moderni Vulkan.
A prescindere dalla narrazione prescelta, siamo dinanzi allo scenario di Davide che abbatte il Gigante Golia con una fionda, o Golia che inciampa sulle stringhe delle scarpe cascando di faccia su un sasso acuminato con forza tale da conficcarselo nel cranio.
“Solo la perdita di un sottomarino strategico o del Kutznetsov, l’unica portaerei russa, potrebbe infliggere un colpo peggiore alla morale dei russi ed alla reputazione della loro Marina“
In fiamme la Moskva, con parte dell’oroglio della macchina bellica del Cremlino. Fiamme che ove fosse confermata la versione di Kiev sarebbero ben più gravi del fuoco fisico: i missili Neptune infatti sono armi di fabbricazione Ucraina.
Tra gli ulteriori elementi abbiamo il fatto che, effettivamente, la Moskva seguiva una rotta assai regolare, prevedibile. Una orgogliosa dimostrazione di “hybris”, peraltro in un mare dove sono presenti mine e dove le armi inviate da Londra potrebbero dare un nuovo vantaggio tattico all’Ucraina.
Con la Moskva fuori dai giochi, gli Ucraini potranno concentrarsi sul tenere lontane le navi avversarie di una Russia resa più cauta.
Inoltre, sia che si tratti di incendio accidentale che di atto di guerra deliberato, proprio il fatto di avere un armamento così ricco rende la Moskva una “Santabarbara” galleggiante, coi gravi rischi che ciò comporta.
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