Sta facendo discutere non poco in queste ore il provvedimento da parte dello IAP, ovvero l’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria, nei confronti di autentici colossi come Iliad, Vodafone e TIM. In particolare, sono finite nel mirino dell’ente alcune pubblicità che evidentemente hanno violato una serie di normative, al punto da essere dichiarate ingannevoli. Proviamo dunque a capire quali siano stati gli elementi che hanno dato vita ad una situazione di questo tipo, con relativi danni d’immagine per le rispettive compagnie telefoniche.
Partiamo proprio con Iliad, considerando il fatto che all’operatore francese si contesta la riproposizione della medesima campagna con date di scadenza differenti in un arco temporale ristretto. A questo si aggiunge il fatto che lo stesso spot metteva in evidenza la possibilità di usufruire del 4G e del 4G+, mentre ancora oggi questo è possibile solo in determinate aree del Paese. Va detto che, dall’estate ad oggi, la Comunicazione di Iliad si è già adeguata a tali “rimproveri”.
Per quanto riguarda Vodafone, invece, il capo d’imputazione è lo stesso di Iliad. La questione ha coinvolto nello specifico l’offerta Vodafone Simple Plus, proposta con gli stessi concept a stretto giro e con date di scadenza diverse. Infine, il problema sorto con TIM investe l’ingiunzione 89/2018, secondo quanto riportato dai colleghi di Mondomobileweb. Ad ottobre 2018, più in particolare, è andato in onda uno spot in cui si parlava esplicitamente di “Giga illimitati”, omettendo che il plus era riservato ai soli iscritti a TIM Party.
Insomma, ancora una volta un segnale incoraggiante per gli utenti e i loro diritti, dopo che nei giorni scorsi abbiamo preso in esame una serie di provvedimenti e scadenze che Wind, Tre, Vodafone, Iliad e TIM dovranno necessariamente rispettare nel corso dei prossimi mesi (qui trovate maggiori informazioni in merito). L’auspicio, da parte del pubblico e degli addetti ai lavori, è che in futuro non si assista a messaggi pubblicitari con contenuti che potrebbero trarre in inganno gli utenti.
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