“In Capitan America compare il Coronavirus” – Pareidolia, Obama, follia e bucatini
Ci segnalano i nostri contatti una condivisione di importazione parallela. Come per la complessa mitologia del Patriota Q esiste ormai un’osmosi tra complottisti nella quale i complottisti nostrani attingono a piene mani dalle creazioni di oltreoceano, ridiffondendole col mantra
La notizia è su Internet: non vi è ragione di dubitare che possa essere vera
Siamo buoni e vi risparmiamo la traduzione integrale del delirio complottista creato intorno alla foto, che si basa su una serie di elementi che fanno sembrare la bufala del Patriota Q la cronaca di una giornata di allegra e sana vacanza di Paperino con le Giovani Marmotte.
Espone il complottista l’esistenza di una Cabala di Onnipotenti che controllano la storia umana e nel 2011 avevano già previsto la Pandemia, e per motivi misteriosi avevano deciso di inserire un teaser nel finale del film di Capitan America durante la scena finale con Nick Fury che annuncia i film successivi. Cabala che avrebbe pianificato la morte di George Floyd, la pandemia, e che avrebbe deciso di mostrarlo a tutti con largo anticipo e se non lo capisci sei solo una pecora (cit)
Ovviamente, un folle delirio basato sulla comparsa nelle pubblicità del 2011 inserite a fine promozionale di una bottiglia di Birra Corona e un pacco di pasta Barilla.
Che se avessimo saputo potevano essere usate per creare il SARS-CoV-2 o il Siero del Supersoldato, avremmo potuto creare entrambi nella nostra sala mensa.
Un po’ di contesto
La scena da cui è tratto lo screenshot che avete visto è proprio il finale della storia in cui Nick Fury, interpretato da Samuel L. Jackson, fa da raccordo tra tutti i film del Marvel Cinematic Universe.
Il personaggio nella foto è Steve Rogers, il Capitan America del titolo, un supersoldato creato quando un disertore tedesco, per cercare di pareggiare il male fatto somministrando ad un comandante tedesco (il Teschio Rosso) un siero in grado di rendere un uomo comune il pinnacolo della forza e dell’intelligenza umana, decide di collaborare con gli americani per somministrare lo stesso siero ad una recluta dal cuore generoso e coraggioso, ma che rischia di essere riformato per il suo corpo esile e gracile.
L’esperimento riesce e Steve Rogers si ritrova con un corpo fisicamente perfetto, una mente che non soffre stanchezza e distrazione e parte per il fronte per aiutare il prossimo, finché per cercare di fermare un bombardiere armato di ordigni terribili, si schianta nell’Artico sacrificandosi.
La scena finale mostra quindi Steve Rogers sorprendentemente ancora vivo, ma in stato di animazione sospesa per oltre sessanta anni, che si risveglia in un ospedale della New York del 2011, spaventato da un mondo che non comprende fugge via e incontra Nick Fury, agente segreto, che gli propone di entrare in una squadra di supereroi e tornare al servizio della Patria.
Naturalmente, per esprimere questo senso di scollamento, la regia passa dalla Times Square degli anni ’30 alla coloratissima, vivace Times Square moderna coi suoi spot.
Tra i quali il nostro astuto complottista individua una pubblicità della Birra Corona e un oggetto tondo e spinoso. Deducendone che Capitan America ha pubblicizzato il Coronavirus.
Altre prove fuori contesto
Per dare forza alle sue teorie, il complottista tira fuori una bufala ancora precedente, che vede Barack Obama aver falsificato, se non direttamente ordito, la morte di George Floyd per causare conflitti sociali e la mancata rielezione di Donald Trump, salvo poi bruciarsi l’alibi pubblicando una foto di George Floyd con l’iconica frase I can’t Breathe su Twitter con largo anticipo.
Teoria che, naturalmente, è una bufala: semplicemente la Fondazione Obama il 17 Maggio ha twittato un hyperlink, un link attivo alla propria pagina che, ovviamente, quando la pagina della Fondazione Obama è stata in seguito aggiornata per dare massima copertura al caso Floyd ha retroattivamente modificato il post.
Circostanza dimostrata dai colleghi d’oltreoceano di AP News.
Ma in Capitan America compare il Coronavirus…
Anche qui, i colleghi di oltreoceano si sono attivati, semplicemente riguardando la scena al rallentatore.
L’oggetto misterioso? Un pacco di Bucatini Barilla organizzati a imitare un fuoco di artificio, in base alla campagna promozionale d’epoca “Buone feste da Barilla”
Possiamo capire lo straniamento di un soldato americano del 1939 che si risvegli in un mondo per lui futuro contemplando un enorme pannello che trasmette pubblicità della Pasta Barilla su un grattacielo: ma non possiamo comprendere cosa spinga un complottista a costruire un intero complotto basato sul trasformare la struttura genetica di SARS-CoV-2 in Bucatini. Letteralmente.
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