Il Covid in Svezia non è una questione che possiamo trattare a parte. Le politiche attuate in questi mesi, leggermente meno restrittive rispetto alla media degli altri Paesi (già a suo tempo abbiamo smentito la bufala sui “decessi zero” e sulla totale mancanza di obblighi per la popolazione), evidentemente non hanno dato risultati differenti. Almeno per quanto riguarda il rapporto tra positivi e popolazione. Ecco perché diventa importante esaminare più da vicino quanto affermato di recente dal Primo Ministro Stefan Lofven tramite i suoi canali social.
Nessun allarmismo e nessuna situazione che sta sfuggendo di mano, ma una presa di coscienza molto chiara sul Covid in Svezia. Le prime dichiarazioni di Lofven risalgono allo scorso 3 novembre su Facebook e, in certo senso, sono simboliche soprattutto per le voci che hanno preso piede nelle ultime settimane. Soprattutto a Stoccolma. Ecco uno stralcio:
“Sempre più posti di cura intensiva sono ora pronti a prendersi cura di gravi pazienti malati da Covid. Si vede che la diffusione va nella direzione sbagliata in diverse aree del paese. La piccola tregua ricevuta quest’estate è finita. La situazione è molto grave. Il governo può prendere rapidamente nuove decisioni di intervento. Allo stesso tempo, altre regioni potrebbero presto essere in discussione per misure più restrittive. Da oggi si introduce anche una limitazione al numero di persone a cui è permesso entrare in ristoranti, taverne e bar. Non più di otto persone possono sedersi allo stesso tavolo. È importante che ora tutti capiscano la serietà della situazione“.
Dunque, siamo ancora a livelli di restrizione molto più bassi rispetto ad altri Paesi europei, ma la situazione del Covid in Svezia richiede necessariamente i primi interventi per limitare la diffusione del virus. Anche il 6 novembre sono arrivate ulteriori comunicazioni in questa direzione da parte del Primo Ministro. Nessuna catastrofe sanitaria, è giusto ribadirlo, ma al contempo non parliamo certo di un’oasi felice, soprattutto tenendo a mente la questione della densità abitativa nel Paese. Negli ultimi giorni, infatti, abbiamo sfiorato la soglia dei 5.000 contagi giornalieri.
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