Immuni chiude dal 31 Dicembre, e con essa chiude l’epoca del tracciamento smart. Un’epoca che a dire il vero non è mai davvero iniziata. Immuni è stata accolta con deciso scetticismo di cui tenemmo traccia all’epoca.
Scetticismo che ne ha impattato l’efficacia: il dato dei download dell’app, reperibile sul sito, si ferma a 22 milioni di download al 30 maggio, e non sono disponibili ulteriori aggiornamenti.
Al 21 Gennaio 2022 però un raffronto tra gli utenti positivi e le segnalazioni di Immuni dimostrava che solo il 2% dei positivi aveva scaricato o usato l’app, e il dato dei 22 milioni di download dimostra che solo un terzo della platea aveva scaricato Immuni.
Di cui molti, evidentemente, per il Green Pass.
Sapevamo comunque che Immuni non sarebbe durato in eterno, ma solo per la fase emergenziale della pandemia. Ergo, arrivati al giro di boa di fine anno, Immuni chiude dal 31 Dicembre 2022.
Il portale DDay ci riporta che la chiusura non è stata repentina, ma una lunga agonia: a settembre il report delle notifiche e della reportistica si era azzerato, facendo pensare alla chiusura dei server dedicati.
Dal 31 Dicembre sparirà tutto il resto: l’app non sarà più scaricabile dagli store online, chi l’ha scaricata in passato non potrà più aggiornarla e cesserà di ricevere dati di ogni tipo, compreso il Green Pass.
I Green Pass già scaricati saranno custoditi dall’app fino alla disinstallazione: chi fosse interessato dovrà quindi installare l’App IO, che oltre al download del Green Pass e degli esiti del tampone in farmacia fornisce anche i servizi della Pubblica Amministrazione.
Col cessare di Immuni cesserà il trattamento dei dati conferiti.
Nonostante Immuni sia stato al centro di un nutrito gorgo di complottismo novax, che voleva l’App Immuni restare in eterno e diventare una sorta di obbligatorio succedaneo del “credito sociale cinese”, in realtà il Contact Tracing digitale non ha mai davvero preso piede.
E non parliamo solo dell’ambito Italiano di cui abbiamo parlato, ma dell’ambito Europeo, nel quale solo una ridotta percentuale di positività sono state rilevate dal Contact Tracing.
I motivi del fallimento sono molteplici: una scarsa fiducia del cittadino nel trattamento dei dati, una informazione spesso carente ed incapace di superare l’infodemia e sovente il punto debole di ogni applicazione online. Ovvero l’essere umano che dovrebbe gestirla.
Casi di cittadini che dopo aver scaricato le app di contact tracing si trovavano senza referenti fisici per il tracciamento non hanno aiutato la fiducia in uno strumento elettronico che prometteva di “riportarci alla normalità” ma non ha mantenuto le aspettative.
Già nel 2021 l’allora ministro per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale Vittorio Colao, nel corso di un’audizione alla Commissione Trasporti della Camera, dichiarò che “Immuni non ha avuto un grande successo di pubblico, ma potrebbe avere un’utilità futura in ottica di passaporto vaccinale”.
Alla fine l’app IO ha preso anche quella nicchia ecologica, offrendo anche gli altri servizi della PA e con maggior favore di pubblico.
L’esperimento Immuni nasce a giugno del 2020 e si conclude a dicembre del 2022.
Il bilancio generale è però una stroncatura di fatto, che aleggerà come un’ombra su iniziative simili. A meno che le criticità evidenziate in quest’annno e mezzo di attività non saranno risolte, l’esperimento del contact tracing online mediante app continuerà a scontrarsi coi mali che ne hanno decretato la bocciatura.
Mancata informazione al cittadino, sfiducia nel mezzo, contatto con l’amministrazione sovente interrotto.
Nell’archiviare questa fase, non possiamo che imparare dalle lezioni ricevute.
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