Abbiamo già parlato del caso dei cosiddetti griefer, termine che abbiamo inventato come un calco dal mondo dei videogames. L’utente M.G., che parlando della tragedia del giovane Willy Monteiro Duarte scrive, ripetutamente, “Avete tolto di mezzo quello scimpanzé, siete degli eroi”, è uno di loro.
Quella schiera di utenti che con violento edonismo godono nell’infliggere dolore e sofferenza, nell’erronea convinzione che un monitor possa nasconderli all’infinito.
Spoiler: non abbiamo censurato il nome per proteggerlo (lui o gli “amici” che hanno usato l’account a nome M.G.), anche se riteniamo che la giustizia passi dalle severe pene di un tribunale e non dai Social, ma perché sappiamo meglio di chiunque altro cosa vuole un griefer. Vuole la notorietà, vuole il suo nome ovunque sui social, vuole sentire il suo nome ripetuto tra il pianto e le urla delle sue vittime.
Al pari di quegli utenti che cercavano di convincere bambini a giocare col fuoco per solleticare il loro edonismo violento non gli daremo questa soddisfazione.
Nel momento in cui questo articolo vi raggiungerà, sarà già stato segnalato alle autorità competenti per ogni provvedimento del caso.
E dovrà essere giudicato per le sue azioni nel silenzio e nell’oscurità, pagando solo ed isolato dal consorzio umano di cui sta rifiutando, anche in questo momento, ogni regola di umanità.
E nel pagare in silenzio, la pena per lui sarà mille volte più amara, come è logico che sia.
Nel profilo, leggiamo un’accusa ad hacker latori di tale messaggio, unitamente a meme contro Ignazio Marino, una fede calcistica e politica ostentati come un feticcio privo di significato. L’arroganza di chi si crede invulnerabile alle regole mentre le stesse lo stanno già raggiungendo.
Cosa lo spinge a tale cattiveria? La cattiveria stessa? Una forma mentis alterata? Non ci importa, e in questo preciso momento dargli visibilità come persona è tutto quello che desidera, e che non avrà.
Dare visibilità alle sue male azioni, questo sì che desidera.
Perché esse siano conservate, archiviate e sanzionate.
Perché si capisca, una volta per tutte, che l’Odio non paga.
AGGIORNAMENTO: Attualmente abbiamo una nuova spiegazione per le azioni sul profilo di M.G.
Innanzitutto: denuncerò alcune persone che hanno divulgato le mie foto, le mie informazioni, il mio indirizzo su Facebook (per fortuna non abito più da 4 anni li). Quello che ha scritto il post non ero io ma dei miei amici che avevano in mano il mio telefono, io mai oserei pensare certe cose, non è giusto che mi prenda certe responsabilità per due stronzi.
Ovviamente, un hacker.
Comunque, i messaggi permangono sul profilo, e converrà segnalare.
In entrambi i casi: se l’hacker c’è, perché paghi l’hacker. Se non c’è, perché la mano che ha vergato quelle parole comunque sia sottoposta a scrutinio.
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