Ci segnalano i nostri contatti una foto che il condivisore dichiara essere tratta da un video che “documenta” le violenze dei soldati Ucraini in danno di una donna russa, accusandoli quindi di stupro. Questo, naturalmente, secondo la gioiosa propaganda Russa per cui alle documentate accuse di violenza in danno di ucraini da parte di soldati russi è sempre possibile rispondere “Ma anche loro”
Tranne per il fatto che “loro” in questo caso non hanno fatto niente.
La presunta prova è uno spezzone di un film porno di terza categoria con delle fascette blu malamante photoshoppate sull’immagine assieme al nome di un canale Telegram Filorusso.
Le prime apparizioni del falso infatti si devono ai canali Telegram filorussi di Dicembre, in risposta alle accuse di violenza rivolte ai Russi contro gli Ucraini, come un colossale quanto infantile “No, sono stati loro”.
Secondo le varie narrazioni filorusse, la scena è sostanzialmente ambientata su tutto il fronte di battaglia, e dovrebbe essere accaduta sia a Belgorod che a Kharkiv, e spesso usata per attrarre il pubblico verso l’iscrizione nei canali Telegram citati, come abbiamo visto interpreti principali della c.d. “Guerra Ibrida” di fake news e mistificazioni.
In realtà esattamente come abbiamo anticipato la scena proviene dal cortometraggio pornografico/sadomaso dal titolo “Spy Chasers” (da non confondersi con la commedia americana del 1955 dello stesso titolo), facilmente reperibile su diversi siti pornografici con contenuti legati al fetish dello stupro spesso con la didascalia “Spy Chasers – Brutal Violence”.
Cercare la trama in un corto pornografico è un po’ come cercare la verità nelle “fonti Russe”, ma la “trama” di Spy Chasers è appunto un pretesto per mostrare due attori porno vestiti da soldati che simulano una violenza sessuale in danno di due attrici porno in situazioni sempre più assurde e sopra le righe (per maggiori dettagli, cliccare qui sulla trama archiviata – attenzione, immagini scioccanti non adatte ad un pubblico di minori).
Se già il cortometraggio pornografico originale non è tra i più riusciti della settima arte, il tentativo filorusso di diffonderlo sui social come uno “stupro Ucraino” supera i confini del grottesco aggiungendo delle fascette blu malamente disegnate sui personaggi.
Piazzate lì per rendere i personaggi, nel film originale anglofoni, degli Ucraini malvagi.
Il video che dovrebbe dimostrare l’esistenza di violenze Ucraine in danno di donne e civili russi “documentate” è in realtà una grottesca alterazione di una sequenza tratta da un cortometraggio porno.
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