Il video delle Olimpiadi censurate sulla TV Iraniana era satira, il caso tipico del “meme asceso”, ovvero una burla così riuscita che qualcuno ci ha creduto (o ci ha voluto credere) ripubblicandola come vera.
Bisogna infatti saper distinguere tra contenuto satirico e contenuto reale, tenendo presente che qualora il contenuto satirico venga diffuso come reale, esso diventa una bufala.
Abbiamo visto quindi su X un montaggio di diverse competizioni sportive femminili dove le atlete erano coperte integralmente da pecette nere (la “barretta” della censura) su ogni singolo arto, corpo e viso.
Il video è una risposta satirica della trasmissione “On Ten TV” del 2013 ad un dibattito legato all’idea delle autorità religiose Iranianane che potessse essere sconveniente riprendere le rappresentazioni sportive femminili o incoraggiare le donne ad interessarsi allo sport maschile.
I comici della trasmissione hanno quindi deciso di proporre la loro soluzione “religiosamente approvata” provvedendo a trasmettere spezzoni di sport femminili censurati in modo grottesco e volutamente ridicolo.
Saman Arbabi, produttore della trasmissione, ha avuto infatti modo di precisare come le modalità volutamente “esagerate” della sua beffa fossero una protesta di fatto contro la scelta Iraniana di dedicare uno spazio infimo alle discipline sportive per motivi legati alla religione.
Nel 2016 su canali social russi è stata ricreata la stessa beffa, ma coi loghi dell’emittente Russa NTV.
Dall’unione quindi delle burle del 2013 e del 2016 è nato l’attuale contenuto definito “Olimpiadi censurate”, parte di un ricco filone di fake news olimpiche che abbiamo affrontato in questi giorni, dal Tableau di apertura fino alle discussioni sugli atleti.
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