Il video dei missili Stinger Ucraini venduti sul Web è un falso: uno dei tanti, a dire il vero. Nasce tutto da una segnalazione in anonimo su Twitter, rilanciata il giorno dopo da fonti russe, pronte però a indicare che “retweet non è approvazione”.
Infatti, si tratta di una fake news ottenuta da un furbo assemblaggio di video e immagini.
Il tweet contiene un video che mostra un lanciarazzi lanciato da didascalia per cui “uno studente di Brema” avrebbe scoperto un “negozio online che vende missili” e allertato le autorità. Scoprendo così un mercato di armi occidentali inviate agli Ucraini e vendute sul Web, probabilmente ad associazioni criminali.
Narrazione coerente con la narrazione del Ministero della Difesa Russa Shoigu secondo cui gli armamenti occidentali sono già stati destinati al Mercato Nero, e compatibile con la teoria già vista negli ultimi rapporti IDMO ed EDMO che descrivono l’Ucraino medio come un nazista per natura, mentitore e imbroglione, pronto ad approfittare della gentilezza occidentale per spargere crimine e nazismo.
Una serie di elementi portano ad identificare questo tweet come un falso.
In primo luogo la smentita della Polizia di Brema
Che rispondendo ad un utente nega in modo categorico di aver ricevuto una simile denuncia e di aver arrestato mercanti d’armi Ucraini.
In secondo luogo, il presunto Tweet oltre che la polizia di Brema coinvolge anche i giornalisti tedeschi: anche loro, come il giornalista Lars Winkeldorf (archiviato qui) negano del tutto di aver mai ricevuto una simile notizia.
Resterebbe dunque da risolvere il nodo principale: il presunto video.
Come ha notato chi ha dimestichezza con la lingua tedesca, il video comprende delle voci che discutono di un arresto. Ma voci con un accento della Sassonia o della Turingia, diverso dall’accento di Brema.
L’audio proviene infatti da un video su YouTube intitolato “Greiz: la Polizia rifiuta di essere ripresa” di Gennaio 2022, laddove per Greiz si intende una città della Turingia, maggiormente compatibile con la voce narrante.
Troverete il video da cui è stato prelevato lo spezzone audio qui (archiviato qui): potrete compararli, la traccia audio è la stessa.
Si conferma una abitudine delle “fonti russe”: prendere sulla parola contenuti non verificati e viralizzarli a prescindere dalla loro veridicità, anche se questi si rivelano in seguito essere dei falsi.
Se “Retwittare non significa asseverare” non è però così per il comune cittadino, che vedendo un contenuto pubblicato da una “spunta blu” o qualcuno di cui si fida sarà indotto all’errore ed alla ricondivisione, finché la fake news non si diffonderà completamente.
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