Ci segnalano i nostri contatti una pletora di condivisioni a mezzo vari social dal titolo “Il vaccino manda centinaia di persone al Pronto Soccorso negli USA”.
Ovviamente, parliamo di scienza. Una materia che ha le sue regole.
Dire “Il vaccino manda centinaia di persone al Pronto Soccorso negli USA” in un post su Facebook, Twitter o un messaggio WhatsApp è una frase assolutamente priva di significato, che impone di arrivare alle fonti.
Effettivamente, il VAERS, il sistema nazionale di vigilanza vaccinale USA basato su dichiarazioni spontanee registra dei casi di reazioni allergiche.
Enfasi su *dei casi* e *dichiarazioni spontanee*
È importante.
Importante prima di proseguire un’altra premessa che molti omettono.
Bufale.net non è un presidio medico sanitario.
Neppure vostro cugino con Whatsapp, vostra cognata con Facebook o chiunque altro sia armato di un post di un blog a caso o un post su Facebook.
Quello che possiamo fare insieme è leggere le fonti. Senza allarmismo.
Ogni farmaco può avere il rischio di una reazione allergica.
Solitamente transitoria, in ogni caso gestibile. Ne abbiamo già parlato, ed è il motivo per cui dopo la vaccinazione, ogni vaccinazione, ti fanno attendere qualche minuto in più e sempre ti viene chiesto se sei un soggetto allergico.
Non a caso i vaccini li somministrano medici e non il primo che passa prelevato dalla fermata degli autobus.
Gli stessi dati spesso citati in queste condivisioni vengono dai servizi di vigilanza spontanea.
Sostanzialmente le reazioni riportate dai vaccinati dopo il vaccino.
Con un bias di cui tenere conto, chiamato “correlation is not causation”.
Tradotto dai termini difficili usati, se vado a vedere un film dei Vanzina e nel parcheggio mi derubano posso dichiarare che mi hanno derubato nel parcheggio.
Non posso dichiarare che la visione prolungata di Massimo Boldi e Christian De Sica provoca la comparsa spontanea di rapinatori armati nei parcheggi.
Quindi il CDC Americano giustamente ci riporta
Le risultanze di questo report sono soggette a quattro limiti.
Primo, le reazioni allergiche da anafilassi e non sono ottenute dalla sorveglianza passiva, mediante report spontanei al VAERS. La relazione spontanea è nota per presentare errori, compresa la sottorappresentazione; comunque l’efficacia di riportare reazioni severe al VEARS è alquanto accurata.
Una seconda fonte di distorsione deriva da rapporti stimolati dal crescente timore nel pubblico di potenziali rischi di sicurezza. È quindi possibile che l’attenzione mediatica intensa sulla vaccinazione COVID19 e l’incrementato coscienza di rapporti sulle reazioni anafilattiche abbiano colpito i vaccinati e i vaccinandi creando un incrementato timore e anzietà, aumentato sospetto di anafilassi ed una soglia più bassa per il trattamento di casi sospetti, gonfiando il numero di casi di anafilassi e segnalazioni.
Terzo, è possibile che i buchi nei dati e il rapporto incompleto delle dosi di vaccino riduca il denominatore delle dosi somministrate rispetto al numeratore dei casi registrati. Se i casi di anafilassi sono registrati più velocemente dei casi di vaccinazione in generale, ecco che la stima viene incrementata artificialmente.
Infine, il focus sui vaccini Pfizer è una funzione del numero di dosi amministrate.
Siamo quindi di fronte a dati limitati, spesso generati da dichiarazioni spontanee in un clima dove l’infodemia tende ad influenzare la pandemia.
In ogni caso, ricorda il CDC, ogni possibile reazione è pur sempre inferiore in numero ed entità ai rischi di avere una Pandemia diffusa sul Globo.
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