Circola in queste ore un tweet di Roberto Burioni in cui il virologo parla di “dati manipolati” e “se non addirittura falsi” che fare passare per false le conclusioni di molti virologi. “Me compreso”, scrive Burioni. Il tweet sta circolando come screenshot e c’è chi l’ha ripreso per favorire una certa lettura distorta. A seconda del lettore, c’è chi crede che il virologo si rivolga ai vaccini, l’argomento più dibattuto sui social specialmente da quando è esplosa la pandemia. In realtà il tweet è stato decontestualizzato da un intervento più ampio che andiamo a ricostruire.
Ovvio che se i dati a disposizione risultassero essere manipolati e incompleti se non addirittura falsi le conclusioni tratte fino ad ora sulla base di questi dati da molti virologi (me incluso) possono essere completamente sbagliate. (continua)
Abbiamo evidenziato e messo in grassetto il “continua” per far notare che il tweet è in effetti parte di una discussione più lunga. Con una semplice ricerca su Google troviamo il tweet originale ancora online, pubblicato il 23 giugno 2021 da Roberto Burioni.
Per semplificare al massimo una cosa complicatissima, se SARS-CoV-2 deriva da un passaggio naturale dal pipistrello all’uomo i virus isolati dai primi pazienti devono essere più simili a quelli del pipistrello rispetto a quelli isolati più avanti. Non è certo che sia così (1/2)
La cosa brutta è che sembra (vedi mio tweet precedente) che i ricercatori cinesi abbiano cancellato dai database le sequenze genomiche dei virus isolati dai primi pazienti, ma qualcuno pare averle ritrovate e sembra che non rientrino nel quadro descritto sopra (continua)
Ovvio che se i dati a disposizione risultassero essere manipolati e incompleti se non addirittura falsi le conclusioni tratte fino ad ora sulla base di questi dati da molti virologi (me incluso) possono essere completamente sbagliate. (continua)
Insomma, è assolutamente indispensabile una inchiesta INDIPENDENTE che faccia luce in maniera definitiva sull’inizio della pandemia e i cinesi devono collaborare pienamente. Se non hanno nulla da nascondere e finora non hanno mentito non avranno problemi a collaborare.
precisazione importantissima. Chi vuole approfondire trova i dati in questo preprint che viene da un laboratorio di una istituzione con una eccellente reputazione. Mai come ora attendiamo il peer review
Infine, non esiste nessun plausibile motivo scientifico per la richiesta di cancellazione delle sequenze fatta dai ricercatori cinesi. Questo motivo deve essere fornito.
Roberto Burioni parlava, in sostanza, degli studi sull’origine del virus SARS-CoV-2. Proprio nei giorni del tweet del virologo, più precisamente il 24 giugno, era venuta fuori la notizia della scoperta di Jesse Bloom, ricercatore del Fred Hutchinson Cancer Research Center, che aveva individuato le sequenze del virus risalenti all’inizio della pandemia a Wuhan. Lo studio di Bloom, difatti, è lo stesso indicato da Burioni nel suo tweet pubblicato su BioRxiv che tuttavia non è ancora stato pubblicato in peer review, trovandosi in modalità preprint.
Ansa, il 25 giugno, scriveva:
Secondo Bloom un gruppo di ricercatori cinesi avrebbe raccolto campioni di virus dai primi malati di Covid-19 a Wuhan, pubblicato le sequenze virali sulla banca dati americana Sequence Read Archive e le avrebbe rimosse qualche mese più tardi “per oscurarne l’esistenza”. Bloom dice di aver chiesto ai ricercatori cinesi dell’ospedale universitario Renmin di Wuhan il perché della rimozione dei dati dal database americano, senza pero’ ottenere risposta, mentre il Nih ha appena pubblicato una dichiarazione in cui spiega che le sequenze sono state rimosse su richiesta del ricercatore cinese, che aveva spiegato che le informazioni sulle sequenze erano state aggiornate e sarebbero state pubblicate su un’altra banca dati.
Ricordiamo che ancora oggi le origini del virus SARS-CoV-2 restano ignote e durante l’estate 2021 è stata resa nota la notizia del rifiuto della Cina a consentire all’OMS ulteriori indagini. Lo stesso Anthony Fauci, dagli Stati Uniti, aveva sollevato dubbi sulle origini naturali del virus e il Ministero degli Esteri cinese aveva accusato gli Stati Uniti di “propaganda”.
Il tweet di Roberto Burioni si riferiva dunque alle origini del virus, essendo forti i sospetti – o le certezze, in alcuni casi – che la Cina abbia qualcosa da nascondere, data l’eliminazione dal cloud delle prime sequenze del SARS-CoV-2. Senza la collaborazione della Cina nelle indagini, viene naturale pensare a dati manipolati e addirittura falsati.
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