“Il tuo account è momentaneamente soggetto a restrizioni Facebook”: non fa condividere
Non c’è alcuna censura dietro al messaggio “Il tuo account è momentaneamente soggetto a restrizioni. Ti è stato temporaneamente impedito di condividere link. La restrizione durerà fino alla seguente data: domani alle ore X“. Da questa mattina, diversi admin di pagina Facebook si ritrovano con account ai quali sono state imposte delle limitazioni: “Non mi fa condividere”. Questo l’esito di una ricerca che abbiamo effettuato nel primo pomeriggio, ma occorre gettare acqua sul fuoco per i vari complottisti che non hanno mandato giù il provvedimento.
Non è un’anomalia il messaggio “Il tuo account è momentaneamente soggetto a restrizioni Facebook”
Come avrete intuito, il messaggio “Il tuo account è momentaneamente soggetto a restrizioni Facebook” impedisce a tanti gestori di pagine di pubblicare nuovi contenuti. Attraverso il nostro approfondimento, possiamo sottolineare che la questione non coinvolge pagine specifiche, in quanto alcuni admin della stessa community Facebook risultano abilitati alla condivisione, altri no. Ebbene, il provvedimento è scattato verso coloro che hanno una colpa ben precisa, come emerge dal regolamento ufficiale.
Dunque, non si tratta di un down simile a quello che abbiamo trattato alcune settimane fa sul nostro sito, occorre premetterlo. Dalle notizie raccolte fino a questo momento, abbiamo dunque una risposta abbastanza attendibile per chi afferma: “Facebook non mi fa condividere”. In pratica, state ricevendo la notifica “Il tuo account è momentaneamente soggetto a restrizioni Facebook”, perché avete condiviso troppi contenuti in un arco temporale ritenuto ristretto dagli standard di questo social network.
L’unica anomalia per chi denuncia “Facebook non mi fa condivedere” risiede nel fatto che la piattaforma abbia preso provvedimenti in contemporanea per un elevato numero di utenti. Questo, probabilmente, non è mai successo. L’arrivo del messaggio Il tuo account è momentaneamente soggetto a restrizioni Facebook”, in sostanza, potrebbe nascere dalla volontà di limitare il fenomeno dello spam su scala globale.
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