Il talco è probabilmente cancerogeno? Cosa sappiamo
Il talco è probabilmente cancerogeno, dicono diverse condivisioni online che raccomandano l’abbandono dello stesso. Ma in realtà partiamo dal fatto che il talco non ha subito mutazioni biochimiche o trasformazioni alchemiche da quando esiste.
Il talco è sempre stato, e per sempre sarà, un filosilicato di magnesio usato da generazioni per asciugare il sudore assorbendo sudore e sebo cutaneo. Come molte sostanze, è stata riconosciuta la possibilità di rischi per la salute, e recentemente rivista.
Il talco è probabilmente cancerogeno? Cosa sappiamo
Succede che esiste, e ne abbiamo parlato in passato, un elenco delle sostanze cancerogene, potenzialmente e possibilmente cancerogene.
Ad esempio, per un certo periodo (nel 1991) il caffé fu inserito nell’elenco delle sostanze possibilmente cancerogene, per poi esserne rimosso nel 2016.
Il che non significa che il caffé provochi o abbia mai provocato il cancro solo esistendo. Significa che esistono tre classificazioni possibili per ogni sostanza secondo IARC.
Il gruppo 1 contiene sostanze con effetto cancerogeno certo, il gruppo 2, diviso in A e B, contiene sostanze a loro volta divise in probabili carcinogeni e possibili carcinogeni, e il gruppo 3 sostanze per cui non esiste alcuna evidenza scientifica.
Il talco ha passato anni nel gruppo 2B, quello dei possibili carcinogeni: uno studio scientifico ha suggerito passarlo nel 2A, in quanto una serie di studi hanno dimostrato l’insorgenza di tumori ovarici e surrenali (in esemplari femminili e maschili) in animali di laboratorio.
Nonché evidenziato un “un aumento dell’incidenza del cancro alle ovaie tra gli esseri umani che hanno utilizzato il talco nella regione perineale” nonché “un aumento del tasso di cancro ovarico è stato osservato anche in studi che hanno esaminato l’esposizione professionale delle donne che lavorano nell’industria cartaria”.
Si parla di prove ancora limitate: non è possibile ad esempio escludere che il talco presente negli esempi “umani” sia contaminato con altre sostanze, come l’asbesto.
Attualmente il talco contaminato viene considerato come asbesto, quindi gruppo 1, e il talco non contaminato sale da 2B a 2A (prima non vi era distinzione).
Cosa comporta?
All’atto pratico solo un po’ di precauzione in più: ricordiamo che non tutte le sostanze nei gruppi 1 e 2 sono cancerogene in ogni condizione e ogni situazione.
Come ci ricorda l’AIRC prendendo una pagina da Paracelso è la dose che va il veleno, e “la IARC non specifica però i dosaggi o i tempi di esposizione necessari affinché ciascuna di tali sostanze o agenti possa provocare un cancro”, obiettivo che la scienza medica dovrà raggiungere.
Ricordiamo ad esempio che l’acrilammide è nello stesso attuale gruppo del talco, ed essa si genera spontaneamente nelle fritture ad alta temperatura e nella cottura delle carni.
Il che non significa che l’atto del mangiare sia cancerogeno, significa solamente che l’abuso di molte cose può danneggiare la salute.
Quindi “Ciò non significa che chi ha usato il talco una volta o anche regolarmente sia chiaramente a rischio, poiché il rischio di sviluppare il cancro dipende dalla dose di esposizione, dalla durata e dalla modalità di contatto con il talco”, ha riferito Alejandro Pérez Fidalgo, medico assistente presso il reparto di oncologia dell’ospedale clinico di Valencia e ricercatore dell’Istituto di ricerca biomedica Incliva.
Bisognerà quindi osservare la situazione e valutare la riduzione del talco nei prodotti cosmetici, o un uso maggiormente consapevole.
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