Di tanto in tanto ci capitano miti relativi alla categoria “supercibi”: la teoria secondo cui determinati alimenti avrebbero qualità mistiche e curative nascoste dalla “Medicina ufficiale” perché “noncielodikeno” e per vendere medicine.
Un folle mondo dove ingollare aloe vera cura il cancro, spargere cipolle per casa allontana i virus e i batteri e infilarsi frullati di tutte queste sostanze ed altre su per il sedere e defecare l’impossibile dona la vita eterna.
Tra i miti più antichi c’è il mito delle ostriche afrodisiache. Le cui origini sono più ovvie di quello che sembra.
Ricorderete tutti la Venere del Botticelli, e spero non per le disavventure di “Venere Italia23”, l’influencer virtuale più sfortunata del pianeta. Il quadro del Botticelli descrive una parte del mito, quella secondo cui nello scontro tra Urano e Crono, rispettivamente il dio primigenio dei Cieli e il più giovane dei Titani, padre di Zeus e di tutti gli altri dei dell’Olimpo, Crono avrebbe castrato il padre durante la battaglia gettandone i genitali in mare.
Lo schianto della caduta avrebbe creato delle onde e della schiuma, dalla schiuma del mare sarebbe apparsa poi una enorme conchiglia con una bellissima perla, dalla quale a sua volta sarebbe spuntata Afrodite, già adulta, dea e bellissima pronta ad ascendere al ruolo di Dea dell’Amore, ma anche ad obbedire a Zeus Signore dell’Olimpo nonostante, tecnicamente, lei non ne sia né sorella né figlia bensì zia da parte dei genitali del nonno caduti in mare.
Da allora i frutti di mare e le conchiglie sono diventati simboli della Dea dell’Amore, e per associazione di idee dell’amore stesso: mangiando quindi i frutti di mare si otterrebbe in qualche modo parte dell’essenza e della benedizione della Dea che per mestiere veglia sull’amore nella sua forma più carnale e legata alla seduzione.
Il famoso seduttore Casanova era noto per vantarsi del suo smodato consumo di ostriche, facendo riferimento sia alla sua enorme cultura che alla sua fama di idolo del sesso.
In realtà le ostriche sono un buon alimento, ma non vi renderanno grandi amatori.
Sono ricche di zinco e proteine, e questo è un bene, ma ricche in colesterolo, cosa che impone di non esagerare. Alimento lussuoso e prelibato, cosa che contribuisce alla loro fama di “alimento seducente” (solitamente dopo un incontro galante e dopo aver “creato atmosfera” si è più ben disposti verso l’edonismo), altresì come tutti i frutti di mare andrebbero consumati solo dopo essersi assicurati della loro provenienza per evitare rischi igienico-sanitari.
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