Uno dei miti che ci sono stati sottoposti è quello della barretta di sapone. La cara, veccha barretta di sapone, reperibile tranquillamente in ogni negozio di cosmetici e anche in farmacia.
Accusata dai soliti laureati in tuttologia social all’Università della Vita di essere sporca, antigienica e inquinante. Perché ovviamente dopo aver deciso di cimentarsi nella medicina, nella virologia, nella geopolitica internazionale, ecco che i nostri notutto si scoprono farmacisti.
Come al solito, sbagliando ogni cosa.
È noto da studi condotti sin dagli anni ’60 che la presunta “carica batterica” della saponetta è infima. Nel 1988 nel tentativo di rassicurare complottisti e semplici utenti spaventati un gruppo di ricercatori provò a contaminare delle saponette iniettandovi campioni di Eschericha Coli (in grado di causare gastroenteriti, meningiti e infezioni del tratto unirario) e Pseudomonas Aeruginosa, in grado di provocare problemi intestinali, respiratori ed emorragici.
Sulle mani dei soggetti che usarono tali saponi non furono riscontrate quantità di batteri maggiori rispetto alla norma.
La saponetta quindi, anche lasciata sul lavandino esposta agli elementi non è quindi un ambiente adatto alla proliferazione batterica né un oggetto malsicuro. Del resto, non si comprende come mai lo venderebbero in farmacia se così fosse, e non si comprenderebbe come mai per il Centro Prevenzione e Controllo Malattie statunitense (CDC) l’uso del sapone liquido e solido sia egualmente raccomandato.
Basta pensarci: un sapone è creato per pulire e disinfettare ed ogni volta che lo usi “consuma” il suo strato superficiale.
Possiamo passare alle presunte accuse di “prodotti chimici”
Ricordiamo ai nostri amici “tuttologi del notutto” che ogni sostanza al mondo soggiace alle “leggi della chimica”, anche i loro corpi.
Inoltre gli elementi che compongono entrambi i tipi di sapone sono quasi gli stessi, cambia solo in parte il processo produttivo (il punto di partenza è lo stesso) e, anzi, il sapone liquido in quanto tale ha bisogno di stabilizzanti e conservanti in quanto ha una forte componente acquosa (comunque ricordiamo completamente sicuri).
Se inoltre il vostro terrore è che il sapone venga a contatto con lo sporco altrui, la barretta di sapone viene di fatto sciaquata e “spellata” ad ogni uso, l’erogatore del sapone liquido solo quando ve lo ricordate, e riutilizzando lo stesso si corre il rischio di trovarsi di fronte ad una bottiglia lurida che di certo non si lava da sola.
Inoltre resta il fatto che, a meno che non ricarichiate l’erogatore, il sapone liquido comporta il dover buttare bottigliette di plastica ed usando le ricariche finirete a buttare bustoni di plastica mentre l’imballo di un sapone solido è spesso un pezzetto di cartoncino.
Quindi il sapone solido, a ben vedere, è un prodotto igienico e rispettoso dell’ambiente. Almeno per quest’ultimo ambito, più del sapone liquido, che però può diventarlo rispettando la corretta raccolta differenziata.
E, naturalmente, pulendo l’erogatore periodicamente.
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