Il ritorno della bufala dell'”assistenza privata pagata da Montecitorio”
Ci sono casi in cui “less is more”, ovvero si ripristina e si porta in auge una vecchia bufala non aggiungendo, ma togliendo elementi. Come la bufala dell'”assistenza privata pagata da Montecitorio”.
Una semplice immaginetta ottenuta estrapolando il testo di una bufala precedente, e più ampia.
Il ritorno della bufala dell'”assistenza privata pagata da Montecitorio”
Nel testo originale si parla infatti di “scoperte segrete”.
Figurarsi, è un testo così segreto, così sconosciuto, che questa prima parte del PDF che “gira su WhatsApp” è un copincolla, quasi completamente parola per parola, di un articolo di Repubblica dell’11 Aprile 2011.
E quando le tue notizie segrete che la kasta non ci dicono le vai a copincollare da quello che fino al giorno prima hai chiamato un giornale della kasta, e che le tue informazioni segretissime le diffonde dal 2011, capisci che qualcosa che non quadra ci deve essere.
E la cosa scopriamo essere una patacca circolante a mezzo email sin dall’anno dopo, il 2011, momento dal quale di anno in anno un viralizzatore a caso ha potuto dichiarare di conoscere un grande segreto che in realtà conosce mezzo mondo.
Certo, omettendo che ogni parlamentare versa una quota della loro indennità, pari ad oltre 500 euro circa per la citata assistenza sanitaria.
Ed omettendo che sia i portali del Senato che quelli della Camera riportano dati più aggiornati sulla stessa.
Il Fondo di solidarietà fra i Senatori eroga un rimborso parziale di determinate spese sanitarie sostenute dagli iscritti, nei limiti fissati dal Regolamento e dal Tariffario. L’iscrizione è obbligatoria per i Senatori in carica, che versano un contributo pari al 4,5 per cento dell’indennità lorda; è facoltativa per i titolari di pensione, il cui contributo è pari al 4,7 per cento dell’importo lordo del proprio assegno. Con il versamento di quote aggiuntive è possibile l’iscrizione dei familiari.
La riduzione del trattamento economico dei SenatoriCome si è già visto, nel corso degli ultimi anni il trattamento complessivo dei Senatori è stato più volte ridimensionato, al fine di contribuire alla riduzione della spesa pubblica. Si ricapitolano le più importanti novità.
Dal 1° gennaio 2006 al 2012 l’importo dell’indennità parlamentare lorda è stato ridotto da 12.434,32 a 10.385,31 euro. Inoltre dal 1° gennaio 2011 le competenze accessorie sono state complessivamente ridotte di 1.000 euro al mese.
Dopo la riforma degli assegni vitalizi del 2007, che ridusse la misura di tali prestazioni e raddoppiò il periodo minimo di mandato richiesto per maturare il diritto all’assegno, portandolo da 2 anni e 6 mesi a 5 anni, dal gennaio 2012 è stato radicalmente modificato il trattamento previdenziale di tutti i parlamentari, con l’introduzione del sistema contributivo.
Inoltre, a partire dal 1° gennaio 2010, sono state notevolmente ridotte le facilitazioni di viaggio a favore degli ex senatori, con l’introduzione di un tetto annuale per i viaggi aerei e ferroviari sul territorio nazionale (peraltro riconosciuto per un periodo di 10 anni dalla cessazione dal mandato) e con la soppressione di qualsiasi rimborso dei pedaggi autostradali.
Ciascun deputato versa obbligatoriamente, in un apposito fondo, una quota della propria indennità lorda, pari a 526,66 euro mensili, destinata al sistema di assistenza sanitaria integrativa, che eroga ai propri iscritti, senza oneri aggiuntivi per il bilancio della Camera, rimborsi per prestazioni sanitarie, secondo quanto previsto da un apposito tariffario.
Ma, naturalmente, perché informarsi in autonomia dello stato attuale delle cose, se il cellulare lo hai in tasca per farti i selfie e “condividere e far girare” appelli?
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