Il Regno Unito approva il primo bivalente per Omicron
Il Regno Unito approva il primo bivalente per Omicron, ed è il primo stato nell’Europa Geografica (ancorché non più nell’Europa politica) a farlo, si spera seguito dagli altri.
“Una nuova arma affilata contro COVID19”, certifica con entusiamo la dottoressa Raine, per l’ente regolatore del Regno Unito.
Il nuovo preparato approvato è infatti la versione aggiornata del vaccino Moderna (seguirà Pfizer), basato sulla piattaforma a mRNA dai testati e sicuri profili di sicurezza e basato sia sul virus “wild type” originale che sulle variante Omicron, al momento prevalente anche da noi in Italia.
Era infatti ovvio e arcinoto che il modello di avvicinamento all’endemia sarebbe stato simile a quello di contrasto all’influenza, con vaccini aggiornati annualmente in base alla variante prevalente di turno.
Secondo gli studi tecnici, il bivalente per Omicron dimostra la capacità di stimolare una risposta immunitaria ancora più efficace verso le varianti.
Il che non significa che l’attuale vaccino sia inutile, anzi è proprio grazie alla vaccinazione di massa che, dati alla mano, le ondate ci lasciano con forme paucisintomatiche o superabili della malattia anziché con scenari apocalittici come quelli vissuti ai tempi dei cortei di bare a Bergamo.
Significa un ulteriore passo per cementare il modello endemia: convivere col virus aumentando l’efficacia dell’immunizzazione per ridurre l’impatto sulla vita della nazione.
Il Regno Unito approva il primo bivalente per Omicron
Il Regno Unito è la prima nazione a compiere questo passo essenziale, e consente di avere un posto in prima fila per capire cosa aspettarci dalle prossime campagne vaccinali.
Nel Regno Unito la campagna vaccinale prossima ventura partirà infatti dagli over 50, a cui il nuovo preparato sarà offerto a partire dal mese di Settembre.
Assieme a loro il vaccino sarà fornito ai “caretaker”, individui di età superiore agli anni 16 che abitualmente si prendono cura dei soggetti a rischio, il personale di case di cura e riposo, i pazienti c.d. fragili, le donne incinta e i familiari conviventi degli immunodepressi.
Contrariamente a quanto espresso dalla volgata novax infatti i rischi sottesi al contagio da COVID19 in gravidanza sono gravi e tangibili, contrariamente alle fake news sui pretesi “rischi da vaccino”.
Confidiamo che la politica Italiana prossima ventura sia tanto celere quanto la politica del Regno Unito nel predisporre per tempo una rapida ed efficiente campagna vaccinale basata sui nuovi prodotti.
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